L’ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI
Giovanni Vaccaro
Il progetto del rigassificatore e gli eventi collegati al problema energetico viaggiano su strade parallele e a volte divergenti, accompagnate da un balletto di scadenze. Snam ha previsto l’entrata in funzione dell’impianto nella rada di Savona-Vado alla fine del 2026, dopo i lavori di adattamento della nave Golar Tundra, che richiederebbero solo un mese, e la costruzione delle rete di condotte a terra. Prima, però, ci saranno i 200 giorni dell’istruttoria gestita dalla struttura commissariale, che però potrebbero aumentare nel caso la burocrazia ci mettesse lo zampino, e la Valutazione di impatto ambientale del ministero che precede ogni tipo di autorizzazione.
Nel frattempo, proprio in questi giorni, Eni ha firmato un accordo commerciale con il Qatar per importare il gas degli emiri (1,5 miliardi di metri cubi all’anno per 27 anni). Il gas sarà destinato all’impianto della Golar Tundra, quindi la Rete fermiamo le fonti fossili (evoluzione della Rete fermiamo il carbone che si batteva contro la centrale Tirreno Power) ha tradotto in automatico che il rigassificatore resterebbe a Savona-Vado per 27 anni, non per i 17 previsti. «Una volta insediata la nave a Savona – affermano i comitati -, è impensabile che venga spostata dopo i 17 anni previsti dal progetto. Troppi sarebbero i costi strutturali, oltre che le difficoltà di accettazione di un nuovo progetto in un nuovo territorio, bensì verrà evidentemente concessa una proroga per un altro decennio». D’altra parte, era previsto inizialmente che la nave restasse a Piombino per vent’anni, eppure dopo solo tre verrebbe trasferita in Liguria. Restando a questioni più attuali, dopo l’incontro tra Snam, struttura commissariale e sindacati, restano aperti gli interrogativi sollevati dai delegati. E in questo caso diventa arduo leggere anche nell’immediato futuro: «Dieci giorni fa – interviene Andrea Pasa, segretario provinciale della Cgil di Savona – il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha dichiarato che la nave Golar Tundra è necessaria a Piombino per lo sviluppo portuale e per alimentare le acciaierie che si trovano a poca distanza. Il ministro si è sbagliato o non parla con Toti?».
All’incontro sono intervenuti anche il segretario generale della Femca-Cisl Liguria, Romeo Bregata, e il responsabile Cisl Savona, Simone Pesce: «La nostra posizione continua a essere quella di sempre: vogliamo avere a disposizione tutti gli strumenti per capire quali saranno, in caso di indifferibilità dell’installazione, le ricadute sul territorio in termini di impatto ambientale e di sicurezza, nonché le ricadute in termini occupazionali. Snam ha quantificato in circa 60 addetti diretti e un numero da quantificare di indiretti. Vogliamo anche capire l’impatto economico per il territorio prodotto per la gestione dei servizi accessori. Il confronto con le organizzazioni sindacali deve essere costante». —

