LE OSSERVAZIONI DI “VIVERE VADO”
Sette punti per contestare il progetto dell’impianto di rigassificazione nella rada di Savona-Vado. Anche il movimento “Vivere Vado” ha depositato le osservazioni formali, come previsto dall’iter autorizzativo. Per redigere le contestazioni in modo puntuale il gruppo di cittadini ha chiesto la collaborazione a due biologi marini, Elia Biasissi e Maurizio Wurtz, quest’ultimo docente dell’Università di Genova e fondatore dell’associazione Menkab, che si occupa del monitoraggio dei cetacei nel mar Ligure. I sette punti evidenziati riguardano l’emergenza energetica, che Vivere Vado definisce “affermata arbitrariamente”, il rischio di una sovracapacità dell’offerta di gas, il fatto che l’emergenza energetica e la soluzione del rigassificatore siano in contraddizione con gli obiettivi verso la neutralità climatica dettati da Unione Europea e Onu. E poi ancora vengono contestati due punti: «La mancanza di trasparenza nella scelta del sito ed il mancato rispetto delle norme sulla partecipazione delle comunità locali». Tornando agli aspetti tecnici, nelle osservazioni viene sottolineato il rischio di un impatto cumulativo con attività già esistenti e previste nel prossimo futuro. L’ultimo punto è il più categorico: «Rifiuto delle compensazioni». Di fatto Vivere Vado chiude la porta anche alla possibile rivalutazione delle posizioni a fronte di compensazioni per il territorio: «I cittadini vadesi non sono più disponibili ad accettare regalie, rivendicano diritti. Solo a titolo esemplificativo, aspettano da decenni la bonifica dei siti inquinati e la conoscenza dei Piani di protezione civile che indichino loro i comportamenti di autotutela da seguire in caso di incidente relativo ai due stabilimenti classificati a rilevante rischio di incidente». Il concetto di base, già rimarcato dagli esponenti del movimento, come Giovanni Daniele e Franca Guelfi, è chiaro: «Le compensazioni danno già per scontato un danno». —
G. V.

