UTILIZZATE MICROCARICHE PER VERIFICARE LA DISPERSIONE DELLE POLVERI

Sistemati in mare i primi quattro cassoni della nuova diga foranea del porto di Vado, inizia in questi giorni la fase di demolizione del muro paraonde della vecchia struttura. I tecnici di Fincosit e dell’Autorità di sistema portuale hanno effettuato i sopralluoghi e i test sulla parte finale della struttura attuale per valutare l’utilizzo del sistema di demolizione con microcariche, che ha dato esito positivo. L’operazione, che prevede un investimento di 78 milioni di euro, servirà per disegnare una nuova area di manovra per le navi, in considerazione dell’apertura della piattaforma multipurpose di Apm Terminals e dell’attività del complesso Vado Gateway e del Reefer Terminal. Buona parte della vecchia diga esterna verrà quindi demolita, mentre se ne costruirà una nuova maggiormente orientata verso il mare aperto, in modo da ampliare la superficie all’interno del bacino portuale. Per velocizzare le operazioni e contenere i costi, i progettisti hanno studiato la costruzione di quattro nuovi cassoni di calcestruzzo, utilizzando l’impianto già esistente in cui erano stati realizzati quelli per la piattaforma. Altri tredici cassoni saranno recuperati dalla diga attuale. Prima, però, sarà necessario demolire il muro paraonde che li sovrasta.
«Abbiamo effettuato il primo brillamento per la prova delle demolizioni controllate della sovrastruttura del muro paraonde – spiega Filippo Serafini, direttore dei lavori -. Con le prove possiamo tarare i quantitativi di materiale da utilizzare. Non abbiamo riscontrato problemi, l’impatto è risultato minimo anche come quantità di polveri». «Le microcariche – hanno spiegato i tecnici di Autorità portuale – vengono posizionate all’interno di fori realizzati sulla sovrastruttura della diga per agevolarne la sua demolizione, evitando dispersioni di materiale. Questa fase di cantiere è particolarmente importante, consente il recupero e lo spostamento dei primi tredici cassoni della diga esistente nella nuova posizione di progetto, riducendo al contempo la necessità di produrre nuovi cassoni».
Nei giorni scorsi, inoltre, è stato portato in posizione e affondato il quarto cassone, l’ultimo di nuova costruzione. Nel frattempo proseguono i lavori di versamento del materiale di cava per realizzare il terrapieno di basamento su cui saranno poi sistemati i cassoni. Finora è stato raggiunto quasi il 70% del riempimento per un totale di un milione e 130 mila tonnellate di materiale sul fondale. —
G. V.