RIGUARDA CHIRURGIA GENERALE , ORTOPEDIA, NEUROCHIRURGIA E OFTALMICA
luisa barberis
albenga
Dopo Bordighera, potrebbe essere l’ospedale di Albenga il prossimo nosocomio ligure a passare alcuni reparti in gestione ai privati. Procede in Regione la valutazione del progetto di partenariato pubblico-privato avanzato dall’associazione temporanea di impresa costituita tra Casa di Cura Villa Montallegro Spa di Genova e Casa di Cura Villa Esperia Spa di Godiasco (Pavia).
Ormai un anno fa, il gruppo aveva presentato a Regione e Asl savonese un progetto di collaborazione per gestire alcuni reparti del Santa Maria di Misericordia. Oggi, pur nel silenzio generale, il progetto sta andando avanti e dalla Regione emerge che la giunta del presidente Giovanni Toti ha incaricato Alisa di valutare la proposta di partenariato, di conseguenza Alisa ha emesso una delibera ad hoc per nominare un responsabile unico del procedimento, che tuttora sta vagliando l’offerta. I dettagli non sono mai emersi, ma, secondo indiscrezioni, il progetto riguarderebbe un potenziamento delle discipline della chirurgia generale e specialistica ortopedica, neurochirurgica, oftalmica (ma non solo), in un’ottica di supporto al pubblico che da tempo fatica a rispondere ai pazienti, ma anche di recupero delle fughe fuori regione. Negli ultimi mesi, tuttavia, le attenzioni si sono concentrate più sulla richiesta di estensione dell’orario del Punto di primo intervento ingauno dalle 12 alle 24 ore, che su altre questioni. Ma oggi a “riprendersi la scena” sono i privati e, nonostante una prima ipotesi di privatizzazione che vedeva l’ospedale di Albenga abbinato a quello di Cairo sia già naufragata, si scopre che i grandi colossi della sanità non hanno mai smesso di bussare alla porta del Santa Maria di Misericordia.
«Il presidio è e rimarrà comunque un ospedale pubblico», ha chiarito più volte il presidente della Regione, Giovanni Toti. Lo stesso concetto è stato ribadito di recente dall’assessore alla Sanità Angelo Gratarola ai microfoni della trasmissione tv “Report”, inquadrando l’ipotesi di un partenariato nell’ottica di un rafforzamento e potenziamento dei servizi. Per il momento l’unica certezza è che, in base al piano socio-sanitario (tuttora al vaglio del Ministero della Salute), il Santa Maria di Misericordia è destinato a diventare un ospedale di comunità con all’interno anche una casa di comunità. —

