“Sei motivato, ti gratifica. Qui la mia famiglia ha un futuro e un presente. A Savona torno quando sono in ferie, per andare al mare”

Di Paola Gavarone

Locarno. “Siciliano di nascita, ma cittadino del mondo”. Daniele Notarrigo è un infermiere che si è laureato a Catania, con il massimo dei voti, e all’ospedale San Paolo di Savona ha lavorato cinque anni. Coordinatore infermieristico, caposala. Il suo ultimo incarico in Italia è stato proprio in Valloria. Poi la svolta: lasciarla per andare “a stare meglio”.

Una storia lunga, che parte dal sud e approda in Svizzera, passando dalla Torretta, dove arriva dopo esperienze nel mondo della sanità romagnola, nel 2018. Qui rimane qualche anno. Poi la decisione. Coraggio. Sacrificio. Forza d’animo

“Ho risposto a un annuncio di lavoro sui portali del settore svizzero e mi hanno subito contattato. Prima telefonicamente e poi mi hanno convocato per un colloquio con i direttori dell’azienda – ci spiega – Mi hanno detto: ‘La formula è semplice: ti paghiamo per ciò che sai fare e per gli anni di esperienza che hai’. Non volevo crederci”.

La vita oggi è tra Locarno e Bellinzona: “Ho più tempo per me e per i miei cari. Sono più sereno”. Daniele ama comunque Savona, qui ha comprato casa, ma si è trasferito per avere uno stipendio maggiore e, di conseguenza, fare stare meglio la sua famiglia. E’ contento, ma la scelta è stata importante.

Ci facciamo raccontare come è stata l’esperienza al San Paolo. Daniele ci arriva con un ottimo curriculum: “Da subito mi sono sentito accolto dai miei colleghi e dai dirigenti. Ero felice di aver trovato un bellissimo ambiente e clima, cosa non facile per noi della sanità. Ho lavorato quasi esclusivamente in rianimazione, avendo già avuto esperienze diverse, mi è sembrato la naturale occupazione migliore che l’azienda mi poteva offrire. Ho partecipato a un concorso interno all’azienda per la ricerca di un posto disponibile di coordinatore per i reparti di gastroenterologia ed endoscopia, pneumologia e dermatologia, e sono stato scelto appunto per effettuare e iniziare questa nuova avventura. È durata 12 mesi, ma sono stati i 12 mesi più belli della mia carriera”.

Poi continua: “Poter organizzare, prendere decisioni, pianificare mi dava moltissima soddisfazione. Io, come dicevo sempre, ero uno di loro e lavoravo per loro e per i pazienti. Ho cercato di esserci sempre anche quando non ero in turno o ero impegnato con altre attività”.

Un segno importante nel percorso professionale di Daniele, quello lasciato dall’ ospedale savonese. Ma non è stato sufficiente: “Purtroppo tutto questo non è bastato a farmi restare in Italia. Qui guadagnavo dai 1700 ai 1800 euro netti al mese. Così ho preso la decisione di andare a fare questo bellissimo mestiere in uno stato che ti riconosce tutto ciò, e non solo, a livello economico. I paesi arabi, ad esempio, in questo preciso momento sono alla ricerca di figure professionali con alte competenze. Ci avevo pensato di candidarmi, ma ho preferito farlo in uno stato vicino all’Italia, adesso mi trovo in Svizzera. Sono qui da giugno”.

Il lavoro in uno Spitex pubblico del Canton Ticino, parte italiana. L’azienda si occupa di assistenza a domicilio. Uno stipendio che varia da 3500 a 8000 franchi lordi al mese in un paese dove l’obiettivo della sanità è non far uscire di casa il paziente, per non intasare gli ospedali, e curarlo nelle mura domestiche il più possibile: “Sei motivato, ti gratifica. Anche umanamente – rimarca – qui la mia famiglia ha un futuro e un presente”.

Ma, a Savona, la situazione com’era? “Non vedevo un futuro. Mi stavo riempiendo di energia negativa. Avevo bisogno di un cambiamento. Mia moglie, laureata, non trovava un posto di lavoro che le dava sicurezza, grandi aziende ti assumono per 6 mesi, massimo 12 e poi ti lasciano a casa. Come programmare un futuro alle mie figlie con queste condizioni? Avendo un mutuo, spese, scuola: non ci potevamo permettere di uscire fuori a cena più di una o due volte al mese. Qui le competenze finalmente vengono riconosciute e tantissimi colleghi avanzano di carriera e assumono responsabilità che in Italia sono solo della categoria medica”.

Storia e testimonianza di grande coraggio. Daniele a Savona ha lasciato molto cuore e una casa di proprietà: “Ci tornerò, certo. Ma per andare al mare, quando siamo in vacanza. Non per lavorare”.

E quel pezzo di cuore non è solo per il mare del Prolungamento: “Ringrazio il direttore sanitario della Asl2, Luca Garra, il dottor Rodolfo Tassara, le dottoresse Barbara Delogu e Monica Cirone per avermi dato la possibilità di ricoprire un ruolo importante al San Paolo, ma non solo, anche i colleghi che in questi anni hanno lavorato con me, o semplicemente mi hanno conosciuto”.

Oggi a Locarno qualche nuvola. Una giornata con i colori dell’autunno, che sembra ancora un po’ estate, perché fa caldo. Come a Savona, non fosse così lontano.

https://www.ivg.it/2023/10/storia-di-daniele-linfermiere-che-ha-lasciato-savona-per-andare-in-svizzera-e-guadagnare-di-piu-piu-serenita-e-piu-tempo-per-me-e-i-miei-cari/