IL CASTELLO ACCUSATORIO DEL PM CECCARDI CONTRO L’EX SEGRETARIO GENERALE DI PALAZZO NERVI NEI DETTAGLI RISERVATI DELL’INCHIESTA
le carte
silvia campese
savona
«Si circondava di fedelissimi o, comunque, di persone pilotabili a proprio vantaggio».
Emergono nuovi dettagli sul modus operandi del direttore generale della Provincia (sospeso dal Ministero), Giulia Colangelo.
Nell’ambito dell’indagine sulle “assunzioni sospette” a Palazzo Nervi, sono sette gli iscritti al registro degli indagati, tra cui Colangelo e il dirigente dell’ufficio legale, Maurizio Novaro. Nel dispositivo del giudice per le indagini preliminari, Alessia Ceccardi, viene fotografato un sistema di potere, che ruotava intorno alla figura di Colangelo.
Un sistema che veniva rafforzato con le nuove assunzioni, i cui criteri sono, ora, sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Un sistema costruito anche grazie ai molteplici incarichi da lei detenuti: oltre a Palazzo Nervi, Colangelo era segretario generale a scavalco nei Comuni di Albisola Superiore, Calizzano e Roccavignale.
Rispetto alle nuove assunzioni, il giudice dice che «con il proprio agire interessato e illegale, l’indagata ha intenzionalmente procurato a se stessa un vantaggio, derivato dal procurarsi i giusti appoggi politici, nonché una squadra di lavoro, formata da persone considerate fedelissime o, comunque, pilotabili», scrive il gip.
In un altro passaggio, il giudice definisce il materiale probatorio «granitico e lampante»: parole significative, citate anche a proposito delle prove legate al percorso assunzione della figlia di un noto politico.
Le indagini, intanto, stanno andando avanti in modo incalzante. Si sta andando avanti con l’apertura, da parte della polizia giudiziaria, dei plichi di materiale, sequestrato dagli uffici di Palazzo Nervi e dal Comune di Albisola. Slitteranno a fine mese, invece, gli interrogatori, davanti al gip e ai pubblici ministeri, Maddalena Sala e Claudio Martini, dei due principali indagati, Colangelo e Novaro. Entrambi, convocati davanti al gip, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Il materiale contenente le contestazioni è composto da oltre mille pagine e due cd rom, con le immagini e gli audio delle intercettazioni ambientali. Soprattutto le immagini avrebbero un ruolo rilevante nell’altro filone dell’indagine: quello legato ai presunti maltrattamenti sul personale.
In uno dei video sarebbero state estrapolate le immagini di una dipendente in lacrime, che si appoggia, disperata, al muro.
Secondo le ricostruzioni si tratterebbe di una delle dipendenti regolarmente mandata a fare la spesa personale per il direttore. Altre “infedeli” venivano emarginate, sminuite e umiliate nella propria professionalità. Un’indagine corposa, quindi: un quadro probatorio contenuto in 80 pagine di ordinanza, costruito dalla squadra mobile grazie a una lunga e complessa attività d’indagine di quasi due anni.
Per Colangelo e Novaro è ancora in vigore l’ordinanza di obbligo di dimora nella città di residenza: Torino per il direttore generale, e Diano Marina per Novaro. Nei prossimi giorni, però, potrebbe essere revocata. Permarrà, però, l’interdizione dai pubblici uffici. —

