GLI EQUILIBRI DI PALAZZO NERVI: PD FUORI DALLA MAGGIORANZA, MA LO STATUTO NON PREVEDE LA SFIDUCIA

Il futuro della Provincia, almeno sotto il profilo politico, resta sospeso. Se l’arrivo del nuovo segretario generale, Concetta Orlando, indicata dalle Prefetture di Genova e Savona, ha messo in sicurezza l’ente sotto il profilo amministrativo, il ruolo del presidente totiani Pierangelo Olivieri è in bilico.
«Non mi dimetto per senso di responsabilità», ha più volte dichiarato. Ma la sua attuale maggioranza, composta dal centrosinistra, l’ha abbandonato. Dopo Sinistra Italia e il Pd, ieri anche i riformistidi Azione hanno annunciato che rimetteranno le deleghe della consigliera Adele Taramasso.
In soccorso a Olivieri, però, potrebbero arrivare gli alleati tradizionali con cui il centrodestra governa in Regione: Lega e Fratelli d’Italia. Fallito l’esperimento di “Cambiamo” con il centrosinistra, per evitare di tornare al voto anche per il presidente (il consiglio è in scadenza a dicembre), Olivieri potrebbe cercare l’appoggio della sua attuale opposizione.
Un’ipotesi che potrebbe profilarsi all’orizzonte. Se Lega e FdI dichiarano di non volersi schierare con Olivieri, la linea da intraprendere sembra di un’opposizione morbida. Nessuna richiesta di dimissione e la decisione di valutare, pratica per pratica, come schierarsi: è questa la strategia dei due partiti.
«L’unione fra “Cambiamo” e il Pd- dice Claudio Cavallo, segretario provinciale di FdI- era contro natura. L’abbiamo detto sin dall’inizio. Saremo coerenti con le nostre posizioni: resteremo sull’opposizione, ma con un atteggiamento costruttivo, come avvenuto, del resto, sino ad ora. Valuteremo se sostenere e votare le pratiche presentate in base a una valutazione ragionata». Fratelli d’Italia non chiederà a Olivieri le dimissioni. «Non è nostra intenzione farlo: andremo avanti senza forzature», ha aggiunto Cavallo.
Simile la linea di Sara Foscolo, segretario provinciale della Lega. «Restiamo dove siamo stati sin dall’inizio: all’opposizione- ha detto-. I nostri consiglieri voteranno valutando le pratiche in modo responsabile, in base alle necessità del territorio. Le dimissioni? Non è nostra intenzione richiederle».
Una posizione, quella di Lega e FdI, che indirettamente può essere una via di salvezza per Olivieri. Lo statuto della Provincia non contempla la formula della sfiducia: se il presidente non si dimetterà per propria decisione, l’unica arma politica sarà quella del voto contrario alle pratiche. Ma Lega e FdI non sembrano intenzionati a usare il pugno duro. Il tutto contando che a metà dicembre il consiglio provinciale sarà in scadenza (il presidente invece è in carica sino al 2027): entro 90 giorni verranno convocate le elezioni. Gli equilibri politici, nei tre mesi, potrebbero essere rivisitati garantendo il posto al timone a Olivieri con una nuova maggioranza. Intanto ieri anche Azione, rappresentata in consiglio provinciale dalla consigliera Adele Taramasso, si è espressa in modo chiaro contro Olivieri. «Riteniamo che la maggioranza, di cui facevamo parte, non esista più- ha detto la consigliera-. Come anche i presupposti per la prosecuzione di questa esperienza. Non siamo inoltre disponibili ad accordi con altre forze politiche, distanti da noi per metodo e, soprattutto, per scelte sul territorio. Per questi motivi, restituiremo le deleghe all’Edilizia scolastica e alle fonti rinnovabili, non interessandoci ricoprire cariche puramente nominali». —
s.c.