«Mi sono candidato a sindaco per rilanciare Savona. Siamo solo agli inizi. Non intendo, quindi, lasciare il mio posto. Per quanto riguarda la situazione in Provincia, ho letto che Olivieri non intende dimettersi. Ne prendo atto, ma non parli di senso di responsabilità: altrimenti dovrebbe optare per la decisione opposta».
Il sindaco di Savona, Marco Russo, entra a gamba tesa su due temi per i quali, più o meno direttamente, è stato chiamato in causa.
Sindaco, alcuni dirigenti del Pd la vorrebbero quale candidato presidente anti Toti alle elezioni regionali del 2025. Cosa ne pensa?
«Mi sono candidato a sindaco per rilanciare Savona sulla base di un progetto definito. Siamo solo all’inizio e c’è ancora tanto da lavorare. Sono, però, anche fortemente convinto che fare il sindaco significhi restituire al capoluogo un respiro di area vasta: proprio per questo mi attivo su tutti i temi di rilevanza provinciale. Tutto ciò, spesso, richiede un confronto anche acceso con il presidente della Regione Toti. Ma questo è il compito del sindaco».
Terminerà, quindi, il suo mandato?
«Certo. Tuttavia, spero che il modello applicato a Savona, aggregando le forze politiche e coinvolgendo i cittadini, possa essere utilizzato come esempio politico opposto a quello di Toti.
Punta, invece, a un possibile ruolo di presidenza in Provincia?
Da quanto dichiarato, il presidente Olivieri non ha alcuna intenzione di dimettersi. Non posso che prenderne atto: Olivieri non motivi la decisione, però, parlando di senso di responsabilità. Al contrario, proprio il senso di responsabilità dovrebbe spingerlo nella direzione opposta. Tale atteggiamento appare come l’ennesimo sacrificio, richiesto ai vari Comuni, per rendere un servizio a Toti.
Quali sono gli altri casi?
«Il rigassificatore vale per tutti. Un esempio: nell’incontro che si è svolto a Palazzo Nervi, la scorsa settimana, il governatore è arrivato a dire che dobbiamo ospitare sul territorio il rigassificatore come contropartita al Governo per i soldi investiti nella diga di Genova. Una frase che dimostra lo scollamento di Toti dal Savonese: nemmeno si è accorto di avere compiuto un clamoroso scivolone».
Secondo lei Olivieri non sta difendendo gli interessi del territorio?
«Olivieri non sta ricoprendo il proprio ruolo. Prendiamo l’indagine che riguarda i vertici amministrativi di Palazzo Nervi: in occasione della sua rielezione a presidente della Provincia, sia io che altri sindaci avevamo evidenziato la necessità di un ricambio della direzione generale. Nonostante le richieste, Olivieri ha ritenuto di procedere alla conferma della nomina e, quando me l’ha comunicato, ha anche dichiarato di assumersene tutte le responsabilità, “amministrativa e non solo”: sono le sue parole. A questo punto penso che sia inevitabile che se ne assuma davvero la piena responsabilità politica ammettendo che la sua scelta ha messo in crisi l’ente».
Di fatto lei sta svolgendo un ruolo di “governo ombra” rispetto alla Provincia?
«Continuerò a lavorare per compattare il territorio intorno ai temi che lo riguardano, dal trasporto al servizio idrico e lo sviluppo economico, affinché possa avere ciò che gli spetta. Anche supplendo alle carenze del presidente della Provincia, se necessario».
E se Olivieri si dimettesse o venisse messo da parte?
«In quel caso si aprirà un nuovo scenario, tutto ancora da valutare».

