GIULIA COLANGELO, DAVANTI AL GIP, SI È AVVALSA DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE
Il caso
Silvia Campese
Dario Freccero
È salita al quinto piano del Palazzo di Giustizia, elegante, truccata, sorridente. Scarpe da ginnastica immacolate, completo giacca e pantalone color carta da zucchero, borsa bianca e capelli sciolti. Giulia Colangelo, direttore generale della Provincia di Savona, ieri mattina presto si è presentata davanti al gip Alessia Ceccardi insieme al suo avvocato Cristiano Michela. L’indagine sui presunti concorsi pilotati e dipendenti vessati, con 6 indagati oltre a lei, non sembra averla scalfita. È sorridente e appena nel corridoio del palazzo le corre incontro un’ex dipendente della Provincia che ora lavora qui: «Giulia, tesoro, quanto mi manchi». «Anche tu cara» la replica. La zarina di Palazzo Nervi è così: chi è con lei è quasi un familiare, chi contro meglio non provarlo.
Poi l’invito a entrare nell’ufficio del gip, insieme ai pm Maddalena Sala e Claudio Martini. Roba breve, giusto pochi minuti. Colangelo si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Era previsto, contrattaccherà nei prossimi giorni. Il giudice intanto ha accolto la richiesta dei pm: sarà interdetta dai pubblici uffici per 12 mesi, la misura massima. «La mia cliente- ha detto all’uscita l’avvocato Michela – si è autosospesa per garantire lo svolgimento delle indagini della Procura. Oggi non ha preso posizione sulle contestazioni perché ci riserviamo di approfondire il materiale». Si tratta di mille pagine e due cd. C’è di tutto, dalle intercettazione alle mail, dagli esposti agli archivi dei pc.
Poco dopo è arrivato Maurizio Novaro, dirigente e suo braccio destro, con l’avvocato Marco Fazio, e anche lui si è avvalso. Poi, nel pomeriggio, la comunicazione ufficiale dal Ministero: Colangelo è stata sospesa dall’incarico.
Un terremoto che ora apre una situazione delicata per l’ente che si ritrova semi paralizzato e con tante partite in sospeso da giocare. A partire dall’affido diretto, in house, del servizio di raccolta rifiuti della provincia alla “Sat”, la partecipata del Comune di Vado. Così la corsa alla successione è già aperta: sarà la Prefettura a individuare un commissario. I nomi più gettonati sono quelli del segretario generale di Savona, Lucia Bacciu, e di Piero Araldo, segretario a Vado ed ex della Provincia. Aprendo uno scenario interessante anche sotto il profilo politico. Lucia Bacciu era stata infatti indicata dal sindaco di Savona Marco Russo (Pd) e dal centrosinistra proprio per la sostituzione di Giulia Colangelo in tempi non sospetti. Il presidente Pierangelo Olivieri si era opposto. Se la scelta ricadesse su Bacciu si tratterebbe di una sorta di rivincita per tutto il centrosinistra. Dal punto di vista dell’inchiesta intanto si è appreso che uno dei primi campanelli d’allarme per gli inquirenti era stata, un anno fa, una lettera anonima recapitata a tutti i Comuni savonesi, compresa la Procura. A firma “i dipendenti vessati di Palazzo Nervi” c’erano elencati una serie di presunti abusi, nei comportamenti e nel ruolo, della direttrice Colangelo. Questa missiva, per quanto anonima, era stata protocollata e quando sono venute a galla le prime denunce di dipendenti che lamentavano mobbing e altro, l’indicazione anonima è stata presa in esame. Scavando gli inquirenti hanno trovato le prime conferme. E le sospette irregolarità sui concorsi che ora, peraltro, stanno creando non pochi imbarazzi a tanti Comuni che al momento si trovano con dipendenti assunti in modo forse irregolare, avendo avuto in anticipo le domande dei quiz o falsificando le graduatorie, e non sanno cosa fare. Nessun comune vuole annullare quelle assunzioni rischiando il ricorso e la sicura vittoria dei ricorrenti. «Servirebbe il terzo grado di giudizio, quindi anni, per avere le spalle coperte» è la replica.
Però l’imbarazzo c’è: perché chi li ha persi, quei concorsi, legittimamente vorrebbe l’annullamento. —

