LA CONTESTAZIONE DAVANTI A PALAZZO NERVI CON STRISCIONI E CORI DA STADIO

silvia campese
savona
«Giù le mani dal nostro mare! Chi non salta Gola Tundra è! Vergognatevi!».
Sono solo alcuni degli slogan con cui oltre 500 manifestanti hanno accolto il presidente della Regione, Giovanni Toti, ieri a Savona, in Provincia. Con lui sono arrivati i tecnici Snam e l’assessore regionale Giacomo Giampedrone: si è trattato del primo incontro, sul territorio savonese, in cui il governatore ha parlato di rigassificatore.
La rabbia dei savonesi è esplosa all’arrivo dell’auto blu del governatore, per proseguire, con slogan urlati, per l’intera durata dell’incontro, circa tre ore. Davanti alla Provincia, poi, sono state disposte finte taniche di ipoclorito di sodio: «Ucciderete il nostro mare con le sostanze di scarto del rigassificatore», hanno protestato i manifestanti. Canti e proteste erano così forti da disturbare l’audio nella sala dell’incontro, al primo piano. Tanti i sindaci presenti e i consiglieri comunali, che hanno partecipato all’incontro.
«Non siamo per niente soddisfatti dell’incontro di oggi – ha detto il sindaco di Savona, Marco Russo, che si è fatto portavoce dei dodici Comuni coinvolti, più o meno direttamente, dal tracciato-. Più che un’occasione di confronto con il territorio, la sua è stata una convention, una sfilata. Ribadiamo le nostre posizioni: non ci sono ragioni tecniche per lo spostamento del rigassificatore da Piombino a Savona. Un tema, questo, che toglie rilevanza all’appello, più volte ripetuto, del fabbisogno energetico nazionale». Duro l’intervento del sindaco di Quiliano, Nicola Isetta. «Non ci sono compensazioni che tengano -ha detto-. Da noi e da tutti i territorio, c’è una sola richiesta: ritirate il progetto. Apprendiamo, poi, dell’esistenza di un nuovo progetto per il tracciato a terra: possibile che i sindaci non siano ancora stati avvertiti e non abbiano il nuovo piano? Un modo di procedere che non evidenzia, ancora una volta, il mancato rispetto del territorio».
Una posizione netta è stata anche assunta dal commissario prefettizio del Comune di Vado, Maurizio Gatto. «Pur mantenendo un ruolo tecnico e non politico – ha detto- sottolineo le mie perplessità. A partire dal fatto che nel progetto vengano ignorate le criticità e incompatibilità con alcuni impianti industriali, presenti sul territorio del nostro Comune. Aderiamo, poi, al documento di contrarietà dei dodici Comuni savonesi».
Anche la Valbormida ha fatto sentire la propria voce. «Presidente, venga a vedere come avete ridotto il nostro territorio- il commento di Rodolfo Mirri, sindaco di Carcare-. Non siamo la pattumiera della Liguria».
Unica voce favorevole è stata quella del sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, che ha tuttavia ribadito la necessità di avere risposte puntuali a tutti i quesiti posti dai cittadini. «Con l’intervento di oggi- ha detto Arboscello- siamo tornati indietro di tre mesi: abbiamo assistito a un mero riepilogo di dati tecnici, già noti. Al contrario, è stato ignorato il percorso del territorio savonese: la rabbia, le contestazioni dei savonesi, la contrarietà del territorio».
«D’ora in poi la chiameremo commissario Toti e non presidente. Perché oggi, a Savona, lei ha rivestito il ruolo del commissario di Governo e non del presidente della Liguria: ha rappresentato, cioè, gli interessi di Roma e non dei suoi cittadini».
È questo il duro attacco che il consigliere regionale Roberto Arboscello, Pd, ha rivolto al governatore Giovanni Toti. —