IL NUMERO UNO DI PALAZZO NERVI INCARICHERÀ TRE LEGALI PER TUTELARE L’ENTE IL CONSIGLIERE REGIONALE BOZZANO HA LA NIPOTE COINVOLTA: “IO CHE C’ENTRO?”

le reazioni
Savona
«Esco adesso da una riunione con tre legali, professionisti di primo livello del mondo amministrativo che domattina incaricherò per assumere tutte le iniziative opportune per tutelare l’ente. Io sono un avvocato civilista nella vita privata, e sono un garantista, ma dico che in ogni caso questa è una situazione spiacevolissima che mi ha colpito molto dal punto di vista umano e personale».
Pierangelo Olivieri, presidente della Provincia di Savona, è ancora scosso da perquisizioni e indagini. «Cercate di capirmi – prosegue – io ho il difetto di personalizzare molto i rapporti con le persone con cui collaboro e dopo 4 anni e mezzo ritrovarmi con un’indagine così non è semplice da digerire. Voglio dire non immaginavo certo, in queste ore già così delicate per le discussioni che dobbiamo affrontare come territorio, a partire da rigassificatore domani (oggi, ndr.) , di trovarmi con alcuni dirigenti e dipendenti coinvolti in questa inchiesta. Mettetevi anche nei miei panni: quando ieri mattina gli inquirenti mi hanno chiamato per annunciarmi il decreto di perquisizione, non sapevo cosa riguardasse né a che titolo dovevo presentarmi. ..».
Inevitabile la domanda: era al corrente dei presunti comportamenti vessatori della Colangelo su alcuni dipendenti?
«Non in queste termini. È tutto oggetto anche di un procedimento sindacale. I sindacati mi avevano evidenziato tensioni ma che per me non avevano assunto la dimensione di queste accuse. Io non pensavo si arrivasse a una radicalizzazione così forte delle contrapposizioni. Insieme al vice presidente abbiamo avuto più incontri con i sindacati, in riferimento a questi comportamenti, ma anche la diretta interessata, l’avvocato Colangelo, ci aveva chiarito rientrassero in un quadro di rapporti sotto controllo nello svolgimento delle funzioni dell’ente. Dalla lettura degli atti sembrano situazioni molto più gravi e naturalmente non posso che prenderne la distanza».
«È una situazione molto delicata anche per la funzionalità dell’ente stesso – conclude il presidente Olivieri – mi sto attivando per procedere a tutti gli adempimenti per proseguire l’attività quotidiana. Come Provincia siamo al centro di diverse attività di interesse non solo comprensioriale che devono proseguire. Per questo avvierò anche un procedimento disciplinare contro i dipendenti interessati dall’indagine. Non è per accusarli, io sono garantista, ma devo tutelare l’ente e questa è la procedura. Ho anche già contattato la Prefettura e l’albo dei segretari per capire, se sarà necessario, come dare eventualmente incarichi ad interim o pro tempore per sostituire la direttrice nel caso ci servisse farlo».
Ieri ha parlato anche Alessandro Bozzano, consigliere regionale ed ex sindaco di Varazze non coinvolto dall’inchiesta ma sfiorato: perché nelle carte compare la nipote, Jessica Rebagliati, indagata e oggi dipendente di Palazzo Nervi (assunta in un recente concorso). E pure la figlia Elena Bozzano risulta anch’essa assunta da un concorso provinciale e ora nel Comune di Albisola. «Io rispondo per cortesia ma chiariamoci: non c’è nessun avviso di garanzia né per me né per mia figlia, ci fossero degli indizi di colpevolezza ci sarebbe e visto che non c’è, chiariamolo bene. Per quello che riguarda mia nipote, dovete chiedere a lei, non a me che non so nulla. Da consigliere regionale e avvocato dico che non appena avrò contezza del contenuto degli atti che non conosco, perché non mi riguardano, dirò come la penso. Non so neanche i reati contestati». —
D. Frec.