giovanni vaccaro
savona
Una cinquantina alla prima partenza dalla stazione di Savona, 500 alla manifestazione in piazza De Ferrari. Tutti con le magliette e i cartelli con su scritto “Fermiamo il mostro”, “Non lo vogliamo”, “Salviamo il nostro mare”. Il popolo che ha portato a Genova la protesta del territorio savonese contro il progetto del rigassificatore, previsto nella rada tra Savona e Vado, si è moltiplicato strada facendo.
Ieri era in programma la seduta monotematica del consiglio regionale. In discussione due interpellanze, presentate dai consiglieri di opposizione per affrontare il nodo degli incontri con gli enti locali e delle procedure degli espropri nel territorio di Vado e Quiliano per costruire le condotte e la stazione di misurazione del gas. Da Savona è scattata la mobilitazione: «Era importante far vedere la partecipazione della gente. Abbiamo raccolto adesioni oltre le aspettative. È un segnale del fatto che questo progetto preoccupa molto», spiega Simona Simonetti, finalese, co-portavoce regionale di Europa Verde – Verdi Liguria. «Dobbiamo mostrare a chi decide sopra alle nostre teste cosa chiede il territorio – hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione -. È un progetto senza senso, calato dall’alto su una zona che ha già dato molto, troppo, alle esigenze dell’economia nazionale». Se alla prima partenza dalla stazione di Mongrifone, per andare a Genova con il regionale 12341 delle 8,20, erano pronte cinquanta persone con striscioni e cartelli, altrettante sono salite sul treno successivo, il regionale 12351 delle 9,10. Altri ancora hanno preferito utilizzare l’auto, nonostante fosse stato sconsigliato per il rischio di code sull’autostrada e in entrata a Genova, dove è in corso anche il Salone Nautico. E infatti sono rimasti imbottigliati in una coda di 7 chilometri sulla A10, a causa di un incidente che ha coinvolto una moto, poco prima del casello di Genova Aeroporto. «Ecco, invece di “regalarci” il rigassificatore, perché non si impegnano a fondo per risolvere i problemi del traffico in autostrada e dei cantieri infiniti?», hanno protestato. Le oltre quaranta associazioni del coordinamento “NOrigassificatore”, che hanno organizzato la spedizione, non si aspettavano un’adesione così massiccia, essendo un lunedì lavorativo.
Dopo il primo presidio in via Fieschi, sede del consiglio regionale, la protesta si è spostata in piazza De Ferrari, davanti al palazzo della Regione. Lì il movimento è aumentato ulteriormente, arrivando a oltre cinquecento persone, tanto da riuscire a dare vita a un’altra catena umana disegnando sulla piazza un enorme “no”.
Tra slogan e fischi, i manifestanti hanno mostrato cartelli e striscioni per dare anche l’immagine immediata della posizione contraria al progetto. «Questa imposizione nazional-regionale è inaccettabile – spiega Gianni Gatti, uno dei referenti del coordinamento -. La grande partecipazione testimonia una netta contrarietà. La nostra è un’opposizione popolare alle falsità spacciate per progresso e imposte per decreto. Il rigassificatore è dannoso in un territorio già martoriato, è incompatibile con le attività del turismo e dell’agricoltura, è un attentato all’ecosistema marino». Nel frattempo nell’aula del consiglio regionale si è acceso lo scontro politico. In aula erano presenti alcuni sindaci del Savonese: Nicola Isetta per Quiliano, Maria Nicoletta Rebagliati per Bergeggi, Mattia Fiorini per Spotorno, Ambrogio Repetto per Noli, Gianluca Nasuti per Albissola Marina. Ha voluto essere presente anche l’ex vicesindaco di Vado, Fabio Gilardi, nonostante in questo momento non abbia un ruolo istituzionale, ma in vista delle prossime elezioni ha già preso posizione contro il progetto. Dopo le dimissioni del sindaco Monica Giuliano, infatti, il consiglio comunale vadese è stato sciolto ed è ora gestito da un commissario prefettizio. —