CAIRO. L’AZIENDA DOVRÀ ANCHE DARE COMUNICAZIONE PRIMA DI PROCEDERE A QUALUNQUE MODIFICA DELL’IMPIANTO
Mauro Camoirano
Cairo
Monitoraggio ai camini dell’Italiana Coke, giro di vite da parte della Provincia. Una serie di prescrizioni per la gestione dei dati dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (sme), anche per evitare i possibili alibi delle continue manutenzioni. Commenta il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri: «Più che un giro di vite, regole chiare in base alla normativa, anche rispetto alla tentazione di giustificare certe situazioni adducendo a continui interventi manutentivi che, invece, la normativa regola. Dopo un periodo di “rodaggio” mi pare del resto opportuno che vengano poste delle regole, anche in ottemperanza all’ottica per cui tale sistema di controllo, confermato dal Consiglio di Stato, è stato disposto».
Tra i vari punti, il fatto che “i dati acquisiti durante l’inversione rigenerativa dovranno essere considerati validi”, ovvero l’azienda pretendeva che durante i cambi di tipologia di coke ci fosse una sorta di zona franca dove annullare eventuali picchi dei dati, che, invece, dovranno essere considerati validi. Potrà, invece, essere previsto un totale ore/anno massime associate ad eventi caratteristici dove potranno essere invalidati i dati a causa di regolazioni, pulizie, interventi linea gas ecc ma per un massimo di 210 ore/anno totali; mentre per il rifacimento testate forni la “liberatoria” raggiunge le 840 ore/anno. In corrispondenza di tutti gli eventi caratteristici in eccedenza alle ore indicate, non potranno essere invalidati i dati e pertanto dovrà essere garantito il rispetto del Valori Limite Emissioni.
Non solo: il 31 gennaio di ogni anno dovrà essere predisposto dall’azienda e trasmesso a Regione, Provincia, Comune e Arpal un report dettagliato sugli eventi (comprensivo di durata e frequenza) che hanno condotto all’eventuale invalidazione del dato. In sostanza una “prova del nove”, rispetto ai dati trasmessi, ma anche la frequenza delle manutenzioni. Così come eventuale manutenzione degli analizzatori SME non dovrà sforare le 200 ore anno. Ed ancora: il report delle medie orarie dei dati SME dovranno essere inviati con cadenza settimanale.
Un altro passaggio importante riguarda anche le cosiddette “manutenzioni non programmabili” resesi necessarie estemporaneamente: “prima di procedere a qualunque modifica sull’impianto, il gestore dovrà inviare una comunicazione prima dell’inizio di qualunque operazione che invalidi i dati, ed una prima del ripristino del normale funzionamento”. Le manutenzioni programmabili dovranno, invece, essere comunicate agli Enti almeno 24 ore prima. —

