CAIRO. ANCHE AMBIENTALISTI E PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PREOCCUPATI PER LE EMISSIONI

mauro camoirano
cairo montenotte
Italiana Coke, l’ad Paolo Cervetti conferma lo “stato di salute” salutato con soddisfazione dai sindacati, e la prospettiva di investire in nuove tecnologie in un processo di diversificazione/riconversione. Rimangono le perplessità per quanto concerne la situazione ambientale. Perentori gli ambientalisti: «Assurdo parlare di nuovi impianti impattanti sino a che non è stato risolto l’inquinamento attuale e si è sottostato in modo completo alle prescrizioni dell’Aia».
Conferma, Cervetti: «I dati preliminari del bilancio confermano che anche i dati del secondo anno dopo la chiusura del concordato sono positivi, pure se non ai livelli record di quello passato. Italiana Coke ha quindi comunicato alle organizzazioni sindacali il raggiungimento degli obiettivi sia dal lato economico che, quasi completamente, come produttività».
Poi il passaggio più nuovo, e controverso: «La società ha in anteprima discusso le prospettive di sviluppo e diversificazione: se coke e energia restano risorse imprescindibili per l’industria italiana, e quindi restano al centro del progetto, grazie alla collaborazione con alcuni partner industriali di grande livello Italiana Coke ha individuato alcuni assi di diversificazione e sviluppo, in settori dedicati alla cura dell’ambiente e all’energia, anche da altre fonti rinnovabili, nonché all’economia circolare». In sostanza si parla di idrogeno, riattivazione del carbone, e di lavorazione di fanghi industriali.
«A tal scopo la società è pronta a partecipare ai numerosi bandi previsti a livello locale e nazionale per complementare le risorse finanziarie proprie e dar vita a nuovi filoni di impresa, con sviluppo di occupazione, ricerca, collaborazione col territorio», conclude Cervetti.
Il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, commenta: «Non possiamo che essere soddisfatti del mantenimento dell’occupazione e della prospettiva di investimenti e compiacersi del percorso. Rimane, però, aperta la partita ambientale. Nuovi impianti? A me non cambia nulla se Italiana Coke vuole sviluppare impianti per il trattamento dei fanghi o la coltivazioni di tartufi, a patto, però, che rispetti normativa e prescrizioni. E qui siamo ad un punto morto. Abbiamo fatto emergere formalmente un problema inquinamento che c’è sempre stato, ma che noi abbiamo finalmente affrontato; si è individuato un percorso, ora abbiamo oggettive difficoltà a chiuderlo. Ed è quella la condizione sine qua non si potrà discutere del futuro».
Sulla stessa onda il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri: «Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’Ad Cervetti e dell’entusiasmo dei sindacati. Sulla questione ambientale, senza entrare nel merito tecnico di un iter seguito da noi e da Arpal, serve più chiarezza. L’azienda avrebbe dichiarato ai sindacati che il nodo è individuare e concordare una chiave di lettura riguardo l’interpretazione dei picchi rilevati dai monitoraggi continui ai camini. Credo che il problema sia, in realtà, un po’ più complesso, così come il gioco di giustificare, posteriormente, ogni volta i superi con interventi di manutenzione ormai non regga più. Ripeto, serve più chiarezza».
Perentorio l’intervento dell’ambientalista Nadia Bertetto: «I monitoraggi sono stati chiaramente imposti da una sentenza del Consiglio di Stato oltre 2 anni fa, e stiamo ancora a discutere sulle interpretazioni? E’ grottesco. Stiamo parlando di un impianto vetusto che vorrebbe riconvertirsi in cosa? Idrogeno, lavorazioni inerenti fanghi, probabilmente impattanti, mentre deve ancora completare di ottemperare, dopo oltre due anni, alle prescrizioni Aia?». —