SILVIA CAMPESE
SAVONA
«I signori che stanno manifestando qui sotto, in via Gramsci, quando avranno riposto i loro striscioni, se ne andranno a casa a preparare pranzo: per farlo accenderanno i fornelli a gas. Dobbiamo maturare questa consapevolezza: il Paese ha bisogno di gas e di infrastrutture. Dobbiamo smetterla con la politica del no».
Il presidente della Regione Giovanni Toti, ieri mattina a Savona, in Unione Industriali per la firma dell’accordo di rifinanziamento dell’Area di crisi complessa, ha commentato così i fischi e le contestazioni con cui è stato accolto. Più di un centinaio, ieri, i manifestanti che l’hanno duramente attaccato, con striscioni e slogan, contestando la decisione di collocare l’impianto Snam e meno di tre chilometri dalla costa savonese. Tra i manifestanti, non solo le associazioni di ambientalisti, ma anche una delegazione di lavoratori di Sarpom, l’azienda con sede a Quiliano, che aveva già manifestato contrarietà all’impianto. Nonostante, ieri, la venuta di Toti a Savona fosse incentrata sull’area di crisi complessa, è stato il rigassificatore il tema centrale del confronto.
«Ripeto quanto già detto in più occasioni – ha detto-. Il rigassificatore non sarà autorizzato da Giovanni Toti, bensì da un insieme di soggetti, che si esprimeranno al termine dell’iter di valutazione ambientale. Saranno coinvolti il Ministero dell’ambiente, la Commissione sicurezza e altri 53 soggetti, tra cui Capitaneria di porto e Vigili del fuoco. Non credo si metta in dubbio l’imparzialità dei vigili del fuoco: oppure, un giorno li consideriamo eroi e l’altro dei faziosi?».
Repliche secche, da parte di Toti, a chi si è posto contro il progetto, a partire dai politici che, ha detto, «hanno alimentato le paure dei cittadini”. I toni del commissario, tuttavia, ieri sono apparsi molto più concilianti. «Non ho insistito io – ha detto- per la collocazione dell’impianto nel Mar Ligure. Però è vero che il sistema portuale ligure è uno dei primi modelli in Italia per sviluppo e si trova di fronte al primo sistema industriale italiano, quello di Piemonte e Lombardia. Si tratta, quindi, di una collocazione naturale e sensata. Il rigassificatore va fatto: abbiamo tutto il tempo, almeno un anno, per discutere, modificare e rivedere il progetto». Toti è anche intervenuto sulle contestazioni, rispetto al rigassificatore, giunte dalla sua stessa parte politica. In particolare, ha inviato un messaggio al capogruppo di “Cambiamo!” in Comune a Savona, Piero Santi, che ha preso parte alla catena umana sul litorale, domenica scorsa, insieme a sedicimila savonesi. «Spero che Piero si sia abbronzato e abbia preso una boccata d’ossigeno- ha detto-. Dopodiché, mi auguro torni a pensarla in modo diverso. Anche se, sul territorio, è più facile dare ragione a chi urla».
Una frecciata, infine, al consigliere regionale Pippo Rossetti, ex Pd, appena passato in Azione, partito il cui leader, Carlo Calenda, si è espresso a favore del rigassificatore. Alla domanda, rivolta a Toti, se “conterà, per il via libera all’impianto Snam, sull’appoggio di Rossetti”, il commissario ha risposto: «Su Rossetti? Ci conto il giusto». —

