silvia campese
savona
Aderiranno anche i Bagni marini domenica, alla catena umana in spiaggia, da Savona sino a Bergeggi, per dire no al rigassificatore. È questa l’iniziativa, prevista alle 15, lungo il litorale savonese: un gesto simbolico, che abbraccia l’area su cui, più o meno direttamente, ricadranno gli effetti dell’impianto Snam.
«L’idea non è nostra, ma non abbiamo nulla in contrario», ha commentato Enrico Schiappapietra, presidente dell’associazione Bagni marini che, già la scorsa settimana, aveva manifestato una forte preoccupazione per le ricadute ambientali sul mare e sull’ecosistema legate all’impianto Snam. Intanto i singoli titolari degli stabilimenti, nelle chat con i clienti, stanno pubblicizzando l’evento, invitando, chi vuole e condivide la battaglia, all’adesione.
«Si tratta di una manifestazione spontanea- scrivono gli organizzatori- per sottolineare la nostra posizione rispetto a un impianto, che potrebbe creare danni alle nostre coste e al nostro mare. Per questo, domenica, chi vorrà, si unirà a noi creando una catena umana lungo il litorale».
Le adesioni, di ora in ora, stanno aumentando, come si legge nelle pagine social del gruppo “Fermiamo il mostro”, che sta seguendo la parte organizzativa.
Intanto, ieri, in Comune a Savona, si è svolta una tesissima assemblea dei capigruppo, per fissare due appuntamenti: l’11 settembre si svolgerà una commissione seconda, interamente dedicata al tema del rigassificatore. La volontà è quella di invitare il commissario dell’impianto e presidente della Regione, Giovanni Toti, con una serie di esperti tecnici. Il 14 settembre, invece, sarà convocato il consiglio comunale monotematico.
Accese le polemiche tra maggioranza e minoranza, con un duro scambio di opinioni tra il presidente del consiglio, Franco Lirosi (Pd), e il consigliere Franco Orsi (Pensierolibero.zero) sul ruolo in cui dovrà essere invitato Toti: presidente della Regione o commissario.
«Con la convocazione della capigruppo- ha detto Federico Mij, Movimento Cinque Stelle- abbiamo solo perso del tempo. Il sindaco Russo avrebbe dovuto, da subito, convocare gli organi deputati e incaricare un team di esperti per elaborare le azioni tecnico-legali per la contrastare il progetto. Invece, così operando, si discute sul metodo, applicato da Toti, e non sul merito della vicenda». —