OPPOSIZIONE COMPATTA SU SALARIO MINIMO E SANITÀ. SCHLEIN: “PIÙ RISORSE PER SERVIZI E CONTRATTI”
niccolò carratelli
roma
L’anno scorso Giuseppe Conte aveva preferito non presentarsi in riva al lago di Como. Eravamo nel pieno della campagna elettorale, che il presidente del Movimento 5 stelle stava affrontando con il mantello di paladino degli ultimi, sventolando in tutte le piazze la bandiera del reddito di cittadinanza. L’appuntamento di Cernobbio, tra gli stucchi dell’hotel Villa d’Este, mal si inseriva nel percorso che portava al voto, anche perché la difesa della misura simbolo dei 5 stelle non avrebbe suscitato grande entusiasmo tra banchieri e capitani d’industria.
Un anno dopo, libero da preoccupazioni elettorali, l’ex premier affronta la trasferta, ben sapendo che il giudizio dei presenti sul reddito non è cambiato, come quello sul superbonus edilizio. Un giudizio abbastanza simile a quello espresso da Carlo Calenda, che interviene con Elly Schlein in un panel precedente, quando Conte non è ancora arrivato: «Il superbonus è stata una follia – attacca il leader di Azione – forse uno dei maggiori sprechi di denaro della storia repubblicana». Anche più duro del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quasi sconsolato nel parlare dell’incentivo edilizio: «A pensarci mi viene il mal di pancia». Conte si vede costretto a giocare in difesa, precisando che «chi vi parla non ha mai pensato e mai detto che il superbonus poteva reggere al 110%, poi doveva intervenire in una visione complessiva il Pnrr». E aggiungendo che «il superbonus è un capro espiatorio, ma al 31 gennaio di quest’anno ha generato quasi 1 milione di nuovi occupati con un risparmio per le famiglie di 964 euro». Ma ci sono anche altri temi su cui la platea di Cernobbio è più in sintonia con Giorgetti e Meloni che con il Movimento 5 stelle: difficile trovare qualcuno contrario al taglio del reddito di cittadinanza. E allora Conte passa al contrattacco: «Non è una genialata pensare di accendere micce in una polveriera sociale eliminando il reddito e sostenendolo con una social card insufficiente. Abbiamo 5,7 milioni di persone sotto soglia Isee di 15 mila euro e i motivi di preoccupazione sono moltissimi».
Non è l’unico affondo contro la premier, che ha disertato il Forum Ambrosetti, andando invece al Gran Premio di Monza di Formula 1: «È andata per prendere ispirazione su come correre di più – ironizza Conte – ma qual è nella legge di bilancio la misura che dovrebbe farci correre? ». E giù la lista dolente: «Con il Pnrr stiamo accumulando ritardi significativi, nel secondo semestre c’è il –0, 4% di Pil, crollo della produzione, la situazione si avvia a essere disastrosa – avverte Conte –. Avevamo una Ferrari, sta diventando un bici a pedalata assistita». In precedenza, Calenda aveva maliziosamente sottolineato come la platea di Cernobbio abbia dato al governo voti «sopra la sufficienza e io qui ho visto numeri bulgari, gli imprenditori sono governisti per definizione. Se fossi Meloni mi preoccuperei».
I leader dell’opposizione non si incrociano, Schlein fa il suo debutto solo in collegamento video, assente per «motivi familiari». Però colpiscono uniti sul salario minimo. «Dov’è stato adottato – ricorda la segretaria Pd – ha rilanciato i consumi delle fasce più deboli e ha aiutato a vincere la concorrenza sleale di quelle imprese che non rispettavano le regole della contrattazione». Non è, però, l’unico punto di convergenza. «Possiamo lavorare insieme sulla sanità, per chiedere di azzerare le liste di attesa – ribadisce Calenda – La nostra proposta è che se l’ospedale può assicurare un Tac nel giro di due mesi te la fa l’ospedale. Altrimenti la fai dove credi e il governo ti ripaga. Costa 10 miliardi, leviamo il taglio del cuneo e abbiamo i soldi». Una soluzione su cui Schlein, per ora, non si esprime, ma condivide l’obiettivo: «Non investire risorse nella sanità pubblica significa lasciare scoperte le regioni e tagliare servizi alle persone e non ce lo possiamo permettere. Poi servono risorse per il rinnovo dei contratti». —

