MAURO CAMOIRANO
«Se il termovalorizzatore è impianto così tecnologico, a zero impatto, zero disagi, con tante città che lo ospitano, perché il presidente della Provincia non propone come location Calizzano, o, ancora meglio, il presidente della regione, Toti, non se lo fa a Genova?».
Nella provocazione del sindaco di Carcare Rodolfo Mirri c’è la sintesi alla reazione alle recenti dichiarazioni del presidente Olivieri. E mentre i sindacati criticano il modo con cui le decisioni calano da Genova, anche il sindaco di Cairo ribadisce «Mai a Ferrania».
Ad accendere la miccia, le dichiarazioni del presidente Olivieri che annuncia che dell’impianto ipotizzato dal piano regionale se ne inizierà a parlare il 12 settembre, con il nuovo commissario dell’Agenzia Regionale per i rifiuti, Monica Giuliano, ipotizzando che possa essere realizzato a Cairo, nelle aree ex Ferrania, o in quelle ex Comilog.
Replica, il sindaco di Cairo, Lambertini: «Finchè persisterà l’attuale situazione ambientale escludo categoricamente che Cairo sia disponibile ad ospitare un simile impianto. Non c’è nemmeno il caso di sedersi ad un tavolo: Cairo si metterà di traverso. Se si riusciranno, in futuro, a concretizzare azioni che migliorino nettamente la situazione ambientale, si potrebbe valutare il progetto, ma sicuramente, anche in quel caso, non a Ferrania».
Gli fa eco, appunto, il sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri: «E’ ora di finirla di portare nel Savonese e in Val Bormida ogni insediamento che altri non vogliono. Stiamo subendo sul nostro confine Biodigestore, Chemicals, Zincol e via dicendo. Sull’ipotesi Ferrania, disposti a scendere in strada e fare le barricate». Diversa la posizione del sindaco di Cengio, Francesco Dotta: «La valutazione deve essere innanzitutto tecnica, e quindi bisogna prima conoscere il progetto. Anche perché bisogna fare i conti con la realtà: Cengio è l’unico paese del comprensorio dove l’industria è completamente sparita nonostante disponibilità di aree infrastrutturate come quelle ex Acna e come quelle della Pertite. Ogni valutazione dovrà partire dal fattore ambientale, ma non possiamo continuare a sottostare al ricatto del Piemonte: per Cengio deciderà Cengio».
E forti critiche sul modo arrivano dai sindacati. Cigil, Uil e Cisl, unite, rilanciano; «Il sindacato confederale savonese in questi anni ha costruito diverse “piattaforme ” con idee e proposte di sviluppo. Si è costituito un Tavolo dello sviluppo economico savonese (con i 69 Sindaci, tutte le associazioni datoriali e la Provincia) con l’obbiettivo di discutere e concordare una linea comune sui temi generali. Ma tale responsabilità viene costantemente bypassata da Regione e Provincia: dai cassoni al deposito Gnl a Vado, al Rigassificatore; e oggi apprendiamo dal presidente Olivieri, attraverso la stampa, del termovalorizzatore. Inaccettabile. E’ ora che il territorio si riappropri della sua dignità».
Insomma, l’ambiente che il nuovo commissario dei rifiuti troverà il 12 settembre, si annuncia caldo. Del resto non si può pretendere che infrastrutture ad alto impatto, vengano realizzate senza colpo ferire.