IL CASO DOPO L’OK ALLE NUOVE NORME IN LIGURIA. OLTRE 78MILA FIRME CONTRO L’ARCO
Paolo Isaia
Giulio Gavino
«Appena dieci giorni fa, insieme all’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali che presiedo, avevo definito «barbarie» l’emendamento alla legge della Liguria. Ora ne abbiamo avuto la prova: un cinghiale è stato ferito al muso da una freccia, tra atroci sofferenze». È stata l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla a rilanciare ieri sui social quanto denunciato dalle associazioni animaliste del Ponente Ligure. Il provvedimento sulla regolamentazione in Liguria della caccia con arco e frecce, già consentita da una legge nazionale del 1992, è stato approvato dal Consiglio regionale ligure in modo trasversale. Adesso nel Ponente ligure si registra il primo ungulato ad essere stato colpito dopo l’ok alle nuove norme. Gli animalisti segnalano che ad essere stato ferito al muso da una freccia è stato un cucciolo di cinghiale, un esemplare del peso di 10/12 chili. A trovarlo nell’entroterra di Imperia, nei boschi intorno a Dolcedo, sono stati alcuni escursionisti. La notizia è stata diffusa dall’Osservatorio savonese animalista presieduto da Gianni Buzzi, ex presidente Enpa di Savona mentre a soccorrere l’animale è stata una volontaria dell’Accademia Kronos della sezione di Diano Castello presieduta da Giuseppe Gandolfo. L’animale in difficoltà è stato avvicinato e gli è stata sfilata la freccia dal muso. L’intenzione era quella di portarlo da un veterinario per curarlo ma in un istante si è ripreso e ha fatto perdere le sue tracce nella macchia.
«È la dolorosa dimostrazione che questo strumento quasi mai uccide subito gli animali ma li condanna ad un inaccettabile martirio; è fuggito e sarebbe iniziata per lui una lenta agonia se, per pura fortuna, non fosse stato intercettato da volontari», ha segnalato l’Osservatorio. Sull’episodio l’onorevole Brambilla, oggi presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e dell’Integruppo ha ribadito. «Ma quanti altri animali oggi in Liguria si trovano nella stessa situazione, feriti in maniera brutale, ma senza nessun soccorso? Se la caccia è sempre violenta e anacronistica – prosegue – ancor di più folle è consentire a sedicenti Robin Hood al pesto di addestrare le loro scarse abilità su bersagli viventi e senzienti, provocando loro gravi sofferenze. Il consiglio regionale torni sui suoi passi, cancellando l’emendamento che consente la caccia di selezione con arco e frecce». Intanto le adesioni alla petizione contro la caccia con l’arco, attivata da Antonella Belgrano in risposta all’appello lanciato dall’Osservatorio Savonese Animalista, sono più di 78 mila e crescono ancora. «Attendiamo che il governatore ligure Toti, che ha tenuto a sottolineare che la proposta di legge non era della sua giunta ma un’iniziativa personale del paladino dei cacciatori Alessio Piana, faccia la sua prima concreta “buona azione” a favore degli animali, a parte lo stucchevole appello contro il randagismo estivo: proponga al consiglio regionale la cancellazione della norma». Da Diano Castello, Gandolfo della Kronos sta valutando se presentare una denuncia contro ignoti e lancia l’allarme per la presenza di gabbie nei boschi che vengono sistemate per la “selezione” dei cinghiali. I carabinieri forestali, in merito ai fatti avvenuti nell’entroterra di Imperia mantengono il riserbo più assoluto. Domenica, centinaia di persone si erano riuniti in piazza De Ferrari, a Genova, per manifestare contro la caccia con arco e frecce. La notizia dell’emendamento approvato dal consiglio regionale ligure aveva fatto in fretta il giro d’Italia. «Siamo felici di questa grande partecipazione – le parole di Pierluigi Castelli, presidente della Sezione Lndc Animal Protection di Genova – L’emendamento è crudele e insensato, si rischia di diffondere la peste suina a causa del dissanguamento a cui gli animali trafitti vanno incontro».—

