RODOLFO MIRRI (CARCARE): «BASTA CONSIDERARE LA VAL BORMIDA COME LA PATTUMIERA DELLA LIGURIA»

mauro camoirano
cairo
«Con queste condizioni ambientali, e in attesa dell’indagine epidemiologica che Asl 2 e Regione stanno predisponendo, non è considerabile alcuna ipotesi di termovalorizzatore sul territorio di Cairo». A ribadirlo, anche di fronte ai rappresentanti dell’Unione Industriali, è il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini. Che aggiunge: «Non è una chiusura a priori, di principio, ma una considerazione ponderata rispetto allo scenario attuale. Se cambieranno, in meglio, gli scenari non c’è preclusione ad affrontare la discussione e a valutare un eventuale progetto, ma anche in questa futura, eventuale, possibilità, escludo che possa realizzarsi sulle aree Ferrania, già occupate da un certo tipo di insediamenti».
Una precisazione che, indirettamente, risponde anche alle preoccupazioni del versante carcarese. Proprio ieri sera il sindaco, Rodolfo Mirri, ha incontrato in un’assemblea pubblica i residenti di Vispa, al confine con il territorio cairese verso Ferrania, preoccupati dalle voci in tal senso. Concorda, Mirri: «La precisazione di Lambertini ci rassicura. Non ci sono preclusioni di principio ma è altrettanto vero che certe zone hanno già dato, e, in generale, è ora di finirla di considerare la Val Bormida come la pattumiera della Liguria se non anche del Basso Piemonte».
La premessa è che il piano regionale sui rifiuti prevede un simile impianto, da 200 mila tonnellate. Dalla Regione si sottolinea, però, che la sua realizzazione è subordinata ad altre opere già previste: dal biodigestore spezzino di Saliceti, agli impianti per il trattamento della differenziata a Sanremo e Terzorio. Eppure le voci su Cairo continuano a circolare, tanto da spingere Lambertini a prendere posizione. Forse per la presenza di un colosso del settore, come Iren, già titolare del biodigestore di Ferrania, forse per l’appetibilità di certe aree, come quelle dell’ex Marcella, ancora bloccate.
Del resto, che ci sia una buona possibilità che tale impianto possa essere realizzato in Val Bormida nessuno lo nega. E se Cairo pare una delle possibili scelte, potrebbe non essere l’unica. Anche perché anche da parte di altri sindaci non c’è una preclusione a priori. Ad esempio il sindaco di Cengio, Francesco Dotta, pensando al riutilizzo delle aree ex Acna non si nasconde dietro un dito: «Prima di esprimere un parere è necessario conoscere le caratteristiche, le modalità operative, l’impatto ambientale e il numero degli addetti dell’ipotetico impianto. Sono convinto che ai giorni nostri non sia più possibile costruire impianti che non rispettino le norme di legge. Quindi nessun no a prescindere». —