SI VOTA IN SENATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA MA FORZA ITALIA È SERENA: “NON SUCCEDERÀ NULLA, I NUMERI CI SARANNO E GODRÀ DEL SOSTEGNO DEL CENTRODESTRA

Federico Capurso
Roma
Questa mattina la ministra del Turismo Daniela Santanché varcherà la porta del Senato per affrontare il voto di sfiducia chiesto contro di lei dal Movimento 5 stelle. I grillini ne fanno una questione di «salvaguardia del prestigio e dell’onorabilità» del ruolo e chiedono – si legge nella mozione – che se ne assuma la responsabilità anche la premier Giorgia Meloni.
Le opposizioni non hanno i numeri in Aula per costringere Santanché alle dimissioni, ma puntano a tenere acceso il riflettore su di lei e sulle inchieste giudiziarie che ogni giorno la trascinano più a fondo, logorando in questo modo l’immagine del governo. «La maggioranza è serena, domani non succederà nulla, i numeri ci saranno e la ministra godrà della fiducia di tutto il centrodestra», assicura la capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli intervenendo a Metropolis. «Ma trovo assurdo che un’Aula come quella del Senato sia stata ridotta a una piazza di protesta – sottolinea ancora Ronzulli –. C’è una procura che sta indagando e la giustizia farà il suo corso, ma rispetto all’attività di Santanché come ministro non c’è assolutamente nulla». La richiesta di dimissioni – e questo Ronzulli lo sa bene –, poggia però su una questione di opportunità politica. «Dalle inchieste giornalistiche emerge una tendenza a considerare le regole del mercato e le regole sindacali e previdenziali come orpelli di impaccio alla libertà imprenditoriale, condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un ministro», scrive infatti il Movimento.
Ogni giorno, per altro, sembra appesantirsi il carico sulle spalle di Santanché. Rischia infatti il rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio e per evitare almeno la prima accusa, la società della ministra, Visibilia, ha presentato all’Agenzia delle Entrate una proposta di transazione per saldare i debiti col fisco con un versamento di 1,2 milioni di euro diluito in 10 anni. Eppure, sembra che al momento alla società siano state chieste integrazioni documentali per meglio delineare la proposta. Così come avanzata, infatti, avrebbe suscitato dubbi e perplessità per un accoglimento. Se non riuscisse a trovare un accordo, per la ministra di Fratelli d’Italia si aggraverebbe la situazione, non solo sul piano giudiziario, ma anche su quello politico. A questo si aggiunge il nuovo filone di indagine con l’ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Un’accusa difficile da incassare per un ministro della Repubblica. Santanché non è ancora indagata, ma le truppe di FdI sono preoccupate, perché l’inchiesta guarda al periodo tra marzo 2020 e novembre 2021, in periodo Covid, quando lei era alla guida della società. Di fronte a tutto questo, Santanché resta in silenzio. Non una parola, né per smentire, né per provare a costruire una narrazione alternativa a quella delle opposizioni. Preferisce parlare dell’Italia rurale, di treni turistici, di fondi per le agenzie di viaggio. Finché resiste. —