ANCHE LA CARCARE-PREDOSA NEL PIANO DI INVESTIMENTI FINANZIATI DA STATO E REGIONE

Mauro Camoirano
Anche la progettazione della variante della A6 tra Savona e Altare, e il potenziamento della linea ferroviaria, nell’accordo di programma per il rinnovo dell’area di crisi complessa del savonese. Ad annunciarlo è il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri: «Il rinnovo dell’accordo, che prevede 50 milioni di finanziamenti, 30 da parte ministero, e 20 dalla Regione, è conseguenza della vitalità del tessuto imprenditoriale del territorio, ma anche del dialogo tra enti istituzionali e mondo produttivo, associazioni di categoria e sindacati che ha portato alla costituzione del Tavolo dello sviluppo economico coordinato dalla Provincia». Riguardo la richiesta dei sindaci di un confronto con la Regione, annuncia: «Ho richiesto un incontro con l’assessore regionale Benveduti, ma non bisogna dimenticare il ruolo di ciascuno, e l’accordo di programma è prerogativa non del tavolo provinciale, ma del Comitato tecnico istituzionale costituito dai ministero, Regione, Autorità di sistema portuale e Provincia».
Chiarito questo, Olivieri sottolinea la novità riguardante le infrastrutture: «Siamo riusciti ad ottenere, grazie ad una proposta concordata tra Provincia e Autorità di sistema portuale, con il segretario generale Paolo Piacenza, e il direttore dello scalo Savona, Paolo Canavese, l’inserimento dell’impegno del Ministero delle Infrastrutture a sostenere la definizione progettuale degli interventi strutturali principali necessari per l’area di crisi complessa, che sono tre. Ovvero, la variante A6 Altare-Savona, il cui studio di fattibilità prevede la realizzazione ex novo di circa 7 km in sostituzione della parte più tortuosa, dal casello di Altare alla galleria Vaneusa, con le due carreggiate, a correre affiancate. Altro punto sulle infrastrutture è la linea ferroviaria, con la progettazione dell’adeguamento della direttrice Savona-Piemonte, sia via Mondovì, che via Alessandria. Infine, la Carcare-Predosa, in una visione a lotti funzionali». Per quest’ultima, Olivieri rimarca: «Dopo studi di fattibilità dimenticati nei cassetti e tanti convegni, è arrivato il momento della verità. Chi di dovere si prenda la responsabilità di un responso: o si fa, ed allora iniziamo il percorso con la progettazione definitiva, o non si può fare, e lo si dica».—