LE REAZIONI ALL’ANNUNCIO DI SNAM E DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO TOTI

giovanni vaccaro
vado
Il progetto per l’impianto di rigassificazione offshore, che Snam ha intenzione di insediare al largo della costa tra Vado e Savona, ha già acceso l’interesse degli abitanti del comprensorio e infiamma lo scontro politico. Un fattore su cui si potrebbero giocare alcuni equilibri, visto che l’anno prossimo gli abitanti di Vado andranno alle urne perle elezioni comunali. Ieri il presidente della Regione, Giovanni Toti, nominato dal Governo commissario straordinario, ha annunciato ufficialmente che l’impianto verrà posizionato a quattro chilometri dalla costa savonese: lì il gas trasportato allo stato liquido via nave verrà riconvertito allo stato gassoso e inviato alla rete di Snam, già esistente, che corre tra Quiliano e la Valbormida. Secondo le prime indicazioni la nave “Golar Tundra”, che Snam ha ormeggiato alla banchina delle acciaierie di Piombino, fra tre anni verrà trasferita in Liguria. Il rigassificatore soddisferà il 7% del fabbisogno nazionale per 17 anni entrando in servizio nel 2026. Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, ha spiegato che la nave ha una capacità massima di cinque miliardi di metri cubi all’anno, quindi trasformerà 45 carichi all’anno, ciascuno con un volume di cento milioni di metri cubi. Il sindaco vadese Monica Giuliano non chiude la porta. Anzi, vorrebbe che fosse aperta per ricevere le considerazioni di tutto il territorio: «Ora c’è un’ipotesi che dovrà essere valutata con tutti gli enti locali, con tutti i Comuni che avranno la servitù sul loro territorio. Quindi non solo Vado, ma anche Savona, Quiliano, Altare, Carcare e Cairo. Esiste un’analisi di rischio di Snam, dobbiamo verificare nel dettaglio l’impatto sul comprensorio. L’impianto verrà posizionato a quattro chilometri dalla costa e il gas verrà trasportato verso la rete Snam con impianti già esistenti, ciò significa che non ci saranno infrastrutture impattanti a terra». Il porto di Vado ospiterà nel frattempo la costruzione dei cassoni per la nuova diga foranea di Genova, poi il rigassificatore: «Il primo intervento non lede il territorio e porta vantaggio a tutti, sulla partita del gas bisogna ancora valutare bene tutti gli aspetti». Sul fronte opposto, però, le perplessità vengono a galla rapidamente: «Sono circolate tante voci, ma si sperava che anche la questione del rigassificatore non arrivasse a Vado – commenta Elisa Spingardi, consigliere del gruppo di opposizione Memoria e Futuro -. La nostra preoccupazione riguarda l’ulteriore impatto ambientale che questo territorio dovrà sopportare, ma anche le eventuali ripercussioni per la salute e per la sicurezza degli abitanti. Vengono prospettate opere compensative: veramente siamo un po’ stufi di compensazioni, il termine stesso indica che prima si fa un danno e poi si offre qualcosa per rimediare. Faremo tutto quanto nelle nostre disponibilità per valutare il progetto e spingere perché i vadesi non vengano penalizzati ancora una volta. Staremo con l’occhio vigile in tutte le sedi per avere chiarezza, aspettiamo i dettagli del progetto e valuteremo, non escludiamo interrogazioni anche al Ministero. Ora la prima necessità è di informazioni: come al solito manca la comunicazione ai consiglieri e ai cittadini, siamo molto molto preoccupati. L’informazione arriva solo dai giornali, mentre dai soggetti preposti manca la documentazione e in consiglio non se ne è parlato. Non vorremmo che fosse un’altra decisione calata dall’alto senza possibilità di intervento di chi può esprimere le idee degli elettori. —