INTESA PER L’IMPIANTO DI SNAM. L’AD VENIER: ANDREMO NEL PORTO, NESSUN IMPATTO SUL PAESAGGIO TOTI: “INFRASTRUTTURA STRATEGICA NEL NOSTRO TERRITORIO”. LA SINDACA: “COMPENSAZIONI PER LA CITTÀ”

EMANUELE ROSSI
Genova
La suspense sulla localizzazione dell’impianto è durata molto meno del previsto: la Golar Tundra, la nave rigassificatrice oggi ospitata a Piombino, dalla fine del 2026 si trasferirà in Liguria e sarà in funzione al largo del porto di Vado ligure. Nella cittadina del Savonese arriverà il metanodotto che dovrà congiungersi con la rete Snam esistente qualche chilometro più a nord, a Cairo Montenotte. Ci vorranno duecento giorni per le autorizzazioni e per negoziare una serie di compensazioni per i comuni interferiti. Poi due anni di lavoro per realizzare la boa offshore (a quattro chilometri da riva) e le condotte sottomarine e sotterranee. A quel punto la nave farà rotta verso la Liguria, per fornire il 7% del fabbisogno nazionale di gas per 17 anni.
Il tutto è stato comunicato ieri dal presidente della Regione Giovanni Toti, nominato commissario ad hoc dal governo, e dall’amministratore delegato di Snam Stefano Venier. La scelta di Vado è stata fatta da Snam che ha ritenuto le acque al largo del porto savonese più adatte rispetto a quelle genovesi di Multedo, l’altra opzione sul tavolo.
L’azienda che gestisce le reti del gas italiane e gli impianti sulle navi ha quindi presentato la sua istanza per la realizzazione dell’impianto. «La zona ci è stata indicata perché è al di fuori da quelle paesaggisticamente delicate e già oggi è dedicata allo stazionamento delle navi», ha spiegato Venier. «La nave ha una capacità massima di 5 miliardi di metri cubi all’anno – aggiunge – Avremo 45 scarichi all’anno, più o meno uno alla settimana per un totale di circa 100 milioni di metri cubi a ogni scarico. Il piano prevede che queste navi servano il sistema italiano per 20 anni, passati tre anni a Piombino la parte rimanente sarà qui in Liguria».
Nel frattempo, ieri Toti ha dato avvio alla costituzione della struttura commissariale e si dice convinto che dal territorio non si solleveranno proteste, ma il confronto con i Comuni coinvolti è tutto da avviare e i sindaci l’hanno scoperto solo ieri. «La disponibilità della Liguria ad ospitare una nave rigassificatrice con il progetto presentato da Snam – spiega il commissario – si inserisce nel piano energetico nazionale: con questa nave diamo all’Italia una nuova risorsa di approvvigionamento e alla Liguria un’infrastruttura strategica, sicura e con un impatto visivo ed ambientale pari a zero. È un’operazione di solidarietà nazionale, di collaborazione tra Stato e Regioni, che contribuirà alla sicurezza energetica dell’Italia e porterà gratificazioni anche ai comuni con opere compensative sul territorio». La sindaca di Vado, Monica Giuliano, apre, anche se resta cauta: «Alta sicurezza e nessuna servitù per il territorio, in questo modo il progetto può essere valutato. Certamente dovranno essere previsti benefici per tutti i Comuni coinvolti dal progetto».
Quali gratificazioni? E per quali importi? Tutto questo sarà oggetto di trattativa con il ministero dell’Ambiente guidato da Gilberto Pichetto Fratin. Difficile però ipotizzare sconti sulle bollette del gas, anche se Toti non lo esclude. Ma il fatto che la nave sarà a chilometri dalla costa savonese non ha certo allontanato le polemiche su una scelta che appare fatta e finita, senza coinvolgere il territorio.
Proprio il giorno prima alla Camera la deputata dem Valentina Ghio aveva fatto votare un ordine del giorno per impegnare il presidente della Regione a condividere i passaggi della scelta e oggi attacca: «Toti smentisce le sue promesse in Consiglio regionale e anche il governo. E dimostra ancora una volta che il presidente della Liguria agisce in modo unilaterale su un tema così importante che avrebbe bisogno di essere inserito in una strategia ambientale complessiva».
Toti non ci sta e rimanda al mittente le critiche parlando di «ignoranza tra i banchi dell’opposizione, anche in Parlamento», perché «la procedura prevede che sia il proponente, in questo caso Snam, a decidere dove collocare il rigassificatore in ambito portuale esattamente come a Ravenna o a Piombino. Quella che stiamo applicando è la stessa procedura dei loro governatori in Emilia e in Toscana». —