LA DISAVVENTURA DELL’INSEGNANTE SAVONESE GIUSEPPE MILAZZO

Era in lista d’attesa per un’operazione di ernia ombelicale dall’agosto 2021, ma il suo turno è arrivato solo dopo che si è sentito male ed è stato ricoverato in codice rosso. Ora, dimesso dal San Paolo, il savonese Giuseppe Milazzo, insegnante savonese e autore di ricerche storiche, racconta la sua storia, affinché non accada ad altri: «Sono riuscito a farmi operare solo quando mi sono sentito seriamente male. A che punto è arrivata la sanità pubblica? Servono risposte». L’uomo è stato portato al Pronto soccorso: «Sono entrato in codice rosso. Sono stati efficienti e tempestivi, mi hanno subito detto che mi avrebbero operato d’urgenza la mattina dopo, per una ernia ombelicale che si stava strozzando. L’operazione si è risolta felicemente ed è doveroso ringraziare di cuore tutto il personale medico che mi ha assistito. Sapevo di avere questa ernia da oltre due anni». Milazzo era in lista d’attesa dal 26 agosto 2021: «Prenotazione 18.184. Purtroppo, a causa della situazione della sanità ligure e italiana in genere, non sono avanzato di un posto, ritrovandomi così, alla fine, in una situazione di sofferenza e di pericolo. Non attribuisco alcuna responsabilità all’Asl di Savona, so che fa il possibile con le risorse a sua disposizione. La mia riflessione, piuttosto, è rivolta al sistema che si è determinato in questo Paese. Ho parlato con medici e infermieri, preoccupatissimi. Ho riscontrato come tutti lavorino con grande impegno e serietà. Ma il punto è un altro: al San Paolo riescono a essere operati solo i pazienti che entrano al Pronto soccorso in codice rosso e i malati di tumore. Gli altri, come è stato nel mio caso, finiscono per attendere il loro turno inutilmente per anni. Le sale operatorie, che non sono numerose, lavorano a ritmo continuo, ma mancano gli anestesisti, il personale è insufficiente, servirebbero più letti. Mancano i letti, a volte i farmaci. “Finirà che si potrà curare solo chi ha i soldi” ho sentito dire più volte ed è inaccettabile».
Sul caso è intervenuta l’Asl: «Occorre precisare che non risulta alcuna carenza di farmaci in ospedale, mentre sul problema delle liste d’attesa la dichiarazione di Milazzo, ove riconosce che l’Asl non ha responsabilità e si adopera con le risorse a sua disposizione, sarà di ennesimo stimolo ai professionisti per mettere in campo, come già accade da tempo, tutte le buone pratiche consentite dalle legislazione vigente per temperare le situazioni di disagio». —
L. B.