A ROMA LA LEADER DEM E IL PRESIDENTE 5S ALLA MANIFESTAZIONE IN DIFESA DEL SERVIZIO PUBBLICO BONACCINI: “SU QUESTO TEMA E SULLA LOTTA AL PRECARIATO PUÒ INIZIARE UN DIALOGO TRA LE OPPOSIZIONI”

Niccolò carratelli
roma
La tutela della salute come diritto fondamentale di tutti i cittadini, sancito dalla Costituzione. In difesa dell’articolo 32, per chiedere più investimenti per la sanità pubblica, si ritrovano in piazza Elly Schlein e Giuseppe Conte, uniti nell’abbraccio a Maurizio Landini, che con la Cgil ha organizzato la manifestazione insieme a un’ampia rete di associazioni. «Basta tagli, in 20 anni sono venuti meno 40 miliardi alla sanità pubblica, che ora è in ginocchio – dice il leader della Cgil –. Chiediamo al governo di cominciare a spendere, ma non ci sembra potrà avvenire considerato che il Def taglia la spesa sanitaria anche per i prossimi tre anni». I numeri dicono tutto o quasi. Sono scritti sui cartelli che colorano il lungo corteo partito da piazza della Repubblica. In Italia 4 milioni di persone non si curano perché non hanno i soldi per farlo. Un anno di attesa in media per una visita cardiologica. E 240 mila operatori sanitari in pensione entro il 2030. Per sostituirli e aggiungere altri medici e infermieri, «con un piano pluriennale di assunzioni», spiegano dalla Cgil, servono i soldi. «Eravamo riusciti a portare la spesa sanitaria sopra al 7% del Pil, ora la stanno riavvicinando al 6%», scuote la testa l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, che sfila in corteo portando per mano i due figli. «Di questo passo rischiamo di tornare sotto i livelli prepandemia – aggiunge – non possiamo ricordarci della sanità solo nelle emergenze».
A fianco a Speranza ci sono il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, poi Rosy Bindi, Nicola Zingaretti, Marco Furfaro e altri esponenti del Pd. Si guardano intorno in attesa che la loro segretaria si inserisca nel corteo. Ma Schlein è in ritardo e fa sapere che arriverà direttamente sotto il palco in piazza del Popolo. Alla partenza c’è però il presidente dem, Stefano Bonaccini, che saluta Landini e risponde ai giornalisti sulle prospettive dell’alleanza progressista: «Su tagli alla sanità e lotta al precariato, a partire da una legge sul salario minimo legale, ci sono tutti gli strumenti per mettere insieme le opposizioni – assicura il governatore dell’Emilia-Romagna –. Due temi non possono bastare, ma possono essere importanti per cominciare un dialogo». A pochi passi da lui, guarda caso, c’è un signore che indossa un mascherone del ministro Roberto Calderoli e mostra un cartello contro l’autonomia differenziata: «Se hai i soldi ti curi, se non li hai crepi». Per il prossimo 30 settembre la Cgil ha già annunciato una nuova mobilitazione contro la riforma cara alla Lega, altro terreno su cui compattare le opposizioni. Come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro, altro tema della manifestazione, riassunto in uno striscione della Fillea Cgil ispirato a Ungaretti: «Si sta come d’estate sui ponteggi gli edili».
Si passa da Trinità dei Monti, poi verso il Pincio, il caldo picchia duro e molti cercano l’ombra, pur continuando a urlare «sanità privata, salute negata». La testa del corteo è appena arrivata quando Schlein raggiunge nel retropalco Landini, un abbraccio e poche parole: «La situazione sta per esplodere, abbiamo fatto varie assemblee negli ospedali, non ce la fanno più», racconta il segretario della Cgil. «Il governo ha deciso di tagliare, c’è dietro una scelta politica – sottolinea la leader Pd –: stanno invertendo una tendenza positiva degli ultimi anni, non possiamo accettarlo». Nello stesso momento Conte, anche lui in netto ritardo, entra nel corteo all’altezza di piazza Barberini e batte sul tasto della lezione tradita del Covid: «Non accetteremo che la sanità continui a fare la Cenerentola, stiamo tornando ai momenti peggiori del passato – dice il presidente M5s –. Siamo preoccupatissimi per i soldi che si stanno sprecando proprio sulla sanità per quanto riguarda il Pnrr». Anche per Conte, all’arrivo in piazza, l’abbraccio con Landini e qualche battuta con i manifestanti sistemati sotto il palco: «Da pugliese a pugliese, facciamola questa alleanza», gli dice un infermiere salentino in pensione. L’ex premier sorride, poi si avvia verso l’uscita e i giornalisti si preparano a registrare il mancato saluto con Schlein. Panico. Per fortuna, la segretaria Pd, prima di andare via torna indietro e sbuca all’improvviso a fianco a Conte, sul lato sinistro della piazza. Bacio a beneficio di telecamere e fotografi, è il terzo nel giro di una settimana, dopo la manifestazione 5 stelle di sabato scorso e l’aperitivo a Campobasso di giovedì. Poche parole e via, nessuno dei due ascolta l’intervento finale di Landini e quell’avvertimento a Meloni: «Per noi questo è solo l’inizio della battaglia – scandisce – vogliamo ottenere risultati concreti e vogliamo che l’articolo 32 della Costituzione sia davvero applicato. Non ci fermeremo». —