Dal Pd richiesta d’aiuto
Luca de Carolis
Dopo la manifestazione dove Beppe Grillo ha spiazzato tutti – Cinque Stelle compresi – dai piani alti del Pd hanno chiamato i graduati del M5S. E a sentire varie fonti del Movimento, hanno chiesto aiuto, o almeno non belligeranza. “Il momento è delicato, Elly Schlein è sotto attacco per essere andata al vostro corteo, ora sarebbero utili segnali da parte vostra”, è la sostanza dei colloqui e dei ragionamenti incrociati. Accelerati non solo dall’attacco degli ufficialmente riformisti del Pd (spesso si traduce in renziani) alla segretaria, rea di essere apparsa alla manifestazione. Ma anche dall’avvicinarsi delle urne in Molise, dove domenica e lunedì si voterà il nuovo presidente della Regione. Una partita che Pd e 5Stelle giocano con un candidato comune, il sindaco grillino di Campobasso, Roberto Gravina, che nel giugno del 2019 vinse anche contro i dem.
Quattro anni dopo, le speranze di ricostruire qualcosa nel campo progressista passano anche da una sua vittoria. Per questo le richieste dem di sostegno hanno trovato ascolto da parte di alcuni maggiorenti del M5S. “Schlein è sotto assedio, ora non è il caso di attaccarla” è la riflessione. D’altronde al Fatto lo aveva già detto ieri Stefano Patuanelli: “Contro di lei c’è quella parte di Pd contraria al cambiamento”. Ergo, contraria a un’alleanza con il M5S. Così ecco un diffuso silenzio, per non metterla in difficoltà. A cui si aggiunge qualche segnale. Il più rumoroso, ma autonomo, è quello di Virginia Raggi: “Bene Schlein sulla necessità di mantenere alta l’attenzione perché la sanità resti pubblica, la inviterò a firmare i moduli per il quesito referendario che mira ad aumentare i finanziamenti al settore sanitario”. Tradotto, un plauso ma anche un tentativo di arruolarla nella campagna referendaria che l’ex sindaca porta avanti assieme al giurista Ugo Mattei. È invece concordato il comunicato di Valerio Novelli, consigliere 5Stelle in Regione Lazio, dove c’è un evidente attacco al dem Alessio D’Amato, appena dimessosi dall’assemblea del Pd in polemica con la segretaria: “Occorre un fronte unitario contro le politiche scellerate del governo, non deve destare preoccupazioni chi oggi, con la prima scusa utile, si sfila da un progetto che non condivideva già da tempo”.
Certo, poi ci sarebbe Conte, che per ora si mantiene spigoloso con la segretaria: innanzitutto perché pensa già alle Europee del prossimo anno, dove ogni partito dovrà salvarsi da solo nell’ordalia del voto proporzionale. Ma anche perché non tollera l’idea di un Pd egemonico a sinistra. Però nota le fibrillazioni nel partito, “troppo sensibile a ciò che scrive certa stampa”, ripete nei colloqui riservati. Anche se ieri non ha commentato la direzione del Pd.
Però sul tavolo c’è la questione Molise, a cui i 5Stelle tengono molto, visto che sarebbe la prima regione guidata da un grillino. “I sondaggi danno Gravina pienamente in corsa” assicurano. Così l’ex premier domani e giovedì sarà in Molise per sostenerlo. Ma niente comizio con Schlein, anche se lei l’aveva più volte chiesto. Un palco assieme non è in programma, almeno per ora. “Non farebbe bene neanche a Schlein”, teorizza un big grillino. Convinto che “immagini del genere non portino bene”. Nel M5S ricordano ancora con terrore la foto scattata a Narni nell’ottobre 2019 in vista delle Regionali in Umbria, con Roberto Speranza, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Sorridevano tutti, ma stravinse la destra.

