luisa barberis
savona
Dieci lettere di dimissioni volontarie in altrettanti giorni. La grande fuga dalla sanità pubblica non si ferma: sembrava un effetto collaterale post-pandemia, invece dimissioni, richieste di aspettativa e la migrazione verso il privato sono le tre voci che tutt’ora costituiscono un’emorragia alla quale anche nel Savonese si fatica a porre rimedio. La fotografia emerge dalle delibere che l’azienda sanitaria è costretta a pubblicare a raffica sull’albo pretorio: soltanto tra il 5 e il 15 giugno l’Asl ha dovuto prendere atto del licenziamento di 4 medici, poi ci sono infermieri, oss e vari profili tecnici. «Il quadro è in linea con il passato e fisiologico», precisa l’Asl, che invita a inquadrare il problema nelle giuste proporzioni. Cgil e Cisl lanciano l’allarme: «Da almeno due anni registriamo un preoccupante aumento di dimissioni volontarie. Questo grido di dolore va ascoltato». Inoltre vanno registrati i movimenti in corsia: indiscrezioni raccontano di malumori tra chirurghi e ortopedici che avrebbero già manifestato l’intenzione di andarsene, stufi di fare i conti con un numero esiguo di sedute operatorie per problemi vari legati alla carenza di organici tra anestesisti e personale della sala operatoria. L’azienda ha già avviato il lavoro per programmare gli interventi anche il sabato. Ma, al netto di nuove assunzioni, presto altri due anestesisti lasceranno il Santa Corona. A fornire i dati è l’Asl: «Il 2023 è pressoché in linea con le due precedenti annualità. Nel 2021 i medici che hanno lasciato l’azienda sono stati 34, 35 nel 2022. Il quadro 2023 parla di 15 dimissioni tra gennaio e il 16 giugno». Tuttavia il dato non consente di dedurre quanti lasciano il pubblico a favore del privato. La Cgil parla di problema annoso. «Solleviamo la questione da due anni – interviene Massimo Scaletta per la funzione pubblica – e proprio di dimissioni volontarie eravamo andati a parlare con la precedente direzione Asl, che però aveva minimizzato il problema. Oggi auspichiamo si voglia affrontare il tema. Parlano i numeri: se i medici vanno via, vuol dire che l’Asl savonese è sempre meno appetibile. Oltretutto lasciano i camici bianchi, ma ogni settimana leggiamo dimissioni volontarie di oss e infermieri: non sono pensionamenti, sono professionisti che vanno a lavorare nel privato o in altre aziende». Lo scorso marzo sempre Asl aveva analizzato il quadro relativo al comparto: «Le dimissioni volontarie degli oss sono state 5 nel 2021, 8 nel 2022, mentre per gli infermieri sono state rispettivamente 29 e 35. Anche questi dati sono in linea nel 2023 e fisiologici a fronte di quasi 600 occupati tra gli oss e 1900 infermieri». «Il nodo è che le dimissioni vanno a sommarsi a una forte carenza di organico – precisa Giovanni Oliveri per la Cisl – Diamo atto all’Asl di aver bandito parecchi concorsi, ma, a fronte di tre assunzioni, registriamo due partenze. Il problema riguarda i medici, ma anche gli infermieri e gli oss: solo oggi è emerso che nel reparto di Medicina del padiglione Negri di Pietra mancano 8 infermieri rispetto alla pianta organica ottimale. Anche le ultime assunzioni fatte con contratti a tempo determinato non sono bastate per rimpiazzare gli infermieri che nel frattempo si sono dimessi. In questo momento diventa difficile ragionare su nuovi servizi, che anche noi vorremmo venissero aperti presto. Ma con quale personale?». —