“Schlein chiarisca il percorso”
Luca de Carolis
Lo rifaranno, i Cinque Stelle: insistendo sempre sul Pnrr e le armi. Per (ri)mettere in luce l’imbarazzo del governo, che non vuole certificare nero su bianco la promessa scandita più volte di non usare quei soldi per spese militari. Ma anche per seminare di nuovo malessere nel Pd, che quando si discute di fondi e armamenti quasi annaspa. Ecco perché oggi il M5S ripresenterà alla Camera una mozione, per chiedere al governo di impegnarsi a non adoperare le risorse del Pnrr per gli armamenti. Un testo che verrà votato la prossima settimana: incentrato sulla stessa richiesta contenuta nell’ordine del giorno al decreto sulla Pa, a firma del capogruppo dei 5Stelle Francesco Silvestri, respinto martedì notte a Montecitorio. A cui il governo ha dato parere contrario e verso cui la maggioranza ha votato contro, nonostante il ministro al Pnrr Raffaele Fitto abbia più volte giurato che “l’uso dei soldi del piano per le armi non è all’ordine del giorno”. Mentre il Pd, dopo una giornata di tormenti, ha votato a favore, ma solo dell’impegno richiesto all’esecutivo.
Per i dem era invece eresia la premessa del documento, in cui il M5S contestava l’approvazione del regolamento Asap – votato anche da 10 europarlamentari su 16 del Pd – che permette agli Stati di utilizzare quelle risorse per spese militari. “Così l’azione europea si sposta verso un’economia centrata sulla guerra”, ha scritto Silvestri. Parole indigeste per molti dem, che per non spaccarsi hanno chiesto e ottenuto il voto per parti separate dell’odg. Per poi far spiegare la linea a Piero Fassino, che in aula ha ribadito più volte la necessità di sostenere militarmente l’Ucraina. E non è certo la posizione del M5S di Giuseppe Conte, che infatti prepara un nuovo passaggio parlamentare. Un’altra rogna per il partito di Schlein, dove la questione odg – peraltro scoppiata nel giorno in cui il Pd si stava già macerando sulle nomine interne – ha lasciato scorie. “Martedì abbiamo fatto quattro ore di assemblea, e nessun dirigente ha sollevato il tema” sbuffa un parlamentare. Ma ora chissà come si regoleranno i dem sulla mozione. Un testo che i grillini avevano depositato già settimane fa, ma che nelle scorse ore hanno aggiornato, inserendovi la questione della norma per eliminare il controllo concomitante della Corte dei Conti sul piano. Però il cuore della mozione sarà la parte sulle armi. Quella in cui si chiede all’esecutivo di “scongiurare la distrazione delle risorse del Pnrr a favore del co-finanziamento dell’industria della Difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell’economia”.
Nell’attesa del voto sulla mozione, ieri Conte ha parlato del rapporto con Schlein a Cinque Minuti, da Bruno Vespa: “Il problema non è fare concorrenza al Pd: diamo atto che Schlein si è insediata da poco, quindi avrà tempo di chiarire il suo percorso su alcuni temi per noi nevralgici, come la guerra e la transizione ecologica”. Però, ha aggiunto l’ex premier, “la linea comune non si costruisce a tavolino e come frutto di un incontro di vertice”. Ergo, non può bastare un tavolo tra le opposizioni, più volte auspicato dalla segretaria dem. Non c’è (ancora) sintonia tra Schlein e Conte, che ieri ha di fatto confermato quanto anticipato dal Fatto sulla prossima nomina di Chiara Appendino a vicepresidente dei 5Stelle: “Chiara è una persona che valorizziamo, stiamo programmando un nuovo organigramma”. Anche in vista delle Europee, dove sarà competizione con il Pd: eccome.

