VADO LIGURE
«I sindacati vanno coinvolti prima delle scelte, non si possono chiamare solo quando serve un aiuto». Nella delicata trattativa per la costruzione dei cassoni che serviranno come basamento della nuova diga foranea del porto di Genova, scendono in campo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che puntano il dito contro le istituzioni che, a volte in modo quantomeno scoordinato, lanciano ipotesi difficilmente praticabili. Andrea Pasa, segretario della Cgil di Savona: «Dobbiamo intervenire per la miopia della politica nazionale, regionale e locale. Sempre più spesso la politica nazionale, e purtroppo anche amministratori locali e sindaci, parla di lavoro, lavoratori e sviluppo senza confrontarsi con chi, quei lavoratori, li rappresenta». Il riferimento è all’ipotesi, circolata nelle scorse settimane, di utilizzare il cantiere per la costruzione dei cassoni per reimpiegare una parte dei dipendenti della Sanac, azienda vadese in crisi che produce materiali refrattari per la siderurgia. «A parte il fatto che viene data per scontata la chiusura di un sito produttivo industriale strategico per il Paese e per l’intero settore della siderurgia – spiega Pasa -, si scambia il tutto con attività a termine e quindi precarie. Se mai si dovrebbe discutere di nuova occupazione, di formazione e di tutela dell’ambiente. Tutti insieme. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrari a un progetto, manca tutto il pezzo prima: discussione, rispetto verso il sindacato confederale». Per la Cisl è sulla stessa lunghezza d’onda Simone Pesce: «E’ sorprendente che spesso ci troviamo a conoscere decisioni attraverso i giornali. Su questioni che riguardano i lavoratori i sindacati andrebbero contattati prima. Noi cerchiamo di tenere in piedi relazioni tra i vari soggetti, lo stesso Ministero delle imprese ha riconosciuto come valido e costruttivo il nostro approccio. In questo caso non si può pensare di spostare dei lavoratori da un settore all’altro, bisogna prima organizzare una formazione mirata. Le stesse imprese sottolineano che non possono prendere personale per fare lavori diversi. Noi insistiamo su questo punto, ma le istituzioni non si riescono a coordinare». «Serve una interlocuzione diretta tra istituzioni e sindacati – aggiunge Sheeba Servetto (Uil) -, è una questione che porteremo al prossimo incontro del tavolo sullo sviluppo economico del Savonese. I sindacati devono essere l’interlocutore principale sulle questioni che riguardano il lavoro, invece si viene sempre a sapere di certi argomenti solo attraverso i giornali». —
g.v.

