IL PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI BERLANGIERI, IN LINEA CON IL SINDACO GIULIANO: RISPETTATE GLI ACCORDI

le reazioni
Infrastrutture in cambio di ospitalità. Se Governo e Autorità di sistema portuale giocassero la carta delle contropartite, il sindaco Monica Giuliano sarebbe pronta a discuterne, le trattative sono aperte e proseguono i contatti. «Noi siamo sempre disponibili a valutare i progetti, purché abbiano come risvolto dei benefici e non svantaggi per il territorio. Lo abbiamo detto in modo chiaro fin dall’inizio», è quanto sostiene ormai da settimane la prima cittadina vadese. L’amministrazione comunale è incalzata, e incalza a sua volta Palazzo San Giorgio, perché alcuni dei progetti già previsti come contropartite per realizzare la piattaforma container sono ancora sulla carta. «Ho già parlato più volte con il presidente Paolo Emilio Signorini, con il governatore Giovanni Toti e con il viceministro Edoardo Rixi – precisa Monica Giuliano -, noi abbiamo un elenco di opere necessarie in via prioritaria su Vado: il porto turistico, la diga di sovraflutto, gli ultimi interventi previsti nell’accordo di programma. Quindi serve un protocollo ben preciso con altrettanto precise condizioni. Ovviamente chiediamo che ci venga presentato un progetto chiaro, per poter capire prima che tipo di struttura serva. Occorre un’ipotesi progettuale definita, altrimenti il Comune di Vado non ha elementi per accettare o respingere una proposta. In sintesi, valuteremo l’operazione dei cassoni per Genova se porterà una serie di azioni puntuali e positive». A Palazzo San Giorgio si preferirebbe realizzare fra Pegli e Prà al massimo 15 cassoni per la diga di Genova, quelli di dimensioni minori, non più alti di 16 metri. Gli altri 78, dei 93 in totale, dovrebbero essere costruiti nell’impianto di Vado in cui già ora sono in allestimento quelli per il porto locale. I quattro cassoni del primo lotto della diga vadese, che sarà spostata verso sud e allungata, sono ormai quasi pronti. Sulla stessa linea del sindaco vadese anche il presidente dell’Unione Industriali, Angelo Berlangieri: «A Vado c’è già un impianto per la costruzione dei cassoni, è chiaro che sarebbe la soluzione più logica, però è bene mettere prima le condizioni precise. La struttura che oggi lavora nel porto di Vado sta realizzando i cassoni per la diga di Vado, quindi prima di tutto andrà completata questa. Finita quella vadese si potrà passare a quella di Genova, non viceversa. Inoltre bisogna sistemare la questione delle opere già previste nell’Accordo di programma ma non ancora realizzate. Ha ragione il sindaco Giuliano: l’Autorità di sistema portuale deve presentare un piano chiaro, definire i progetti non ancora realizzati qui. In pratica quell’Accordo di programma va concluso con la realizzazione delle opere previste a suo tempo, quindi bisognerà gestire nel miglior modo possibile questo nuovo capitolo. Saranno ovviamente i tecnici a stabilire il cronoprogramma, ma bisognerà partire dal presupposto che prima dovrà essere completata la nuova diga di Vado, poi si potranno costruire i cassoni di Genova. La parola “sistema” non deve essere solo un accessorio al nome dell’Autorità portuale, ma deve dare concretezza a una funzione, bisogna fare sistema, fare in modo che il porto lavori per portare vantaggi su entrambi i fronti». —
g.v.