LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A GENOVA

Matteo Dell’Antico
Emanuele Rossi
C’erano i cittadini con i comitati e i lavoratori del porto. Ma anche parte del mondo politico genovese che fa riferimento al M5S e al centrosinistra tra cui i parlamentari Luca Pirondini, Roberto Traversi, Lorenzo Basso e Luca Pastorino, il consigliere regionale Armando Sanna e il segretario genovese del Pd, Simone D’Angelo.
Tutti con un unico obiettivo: dire no allo spostamento dei depositi chimici a Ponte Somalia. Ieri pomeriggio, davanti a Palazzo San Giorgio, circa 500 persone hanno partecipato al presidio organizzato dal Municipio Centro Ovest contro il trasferimento delle aziende Carmagnani e Superba da Multedo a Sampierdarena, decisione presa dall’Autorità di sistema portuale e sostenuta dal sindaco Marco Bucci. «Avremmo voluto fare in piazza un consiglio municipale per protestare contro questa decisione – dice il presidente del municipio Centro Ovest, Michele Colnaghi – ma il Comune ce lo ha impedito perchè ha detto che non ci avrebbe mandato il personale amministrativo. Ma noi siamo venuti qui lo stesso per dire no a questa decisione folle». Una scelta, quella del trasferimento, che «mette in pericolo la vita degli abitanti di Sampierdarena visto che a 300 metri dalle case e dalle scuole del nostro quartiere verrà creato un sito di depositi chimici con prodotti altamente infiammabili», aggiunge Gianfranco Angusti, storico leader delle Officine Sampierdarenesi. In piazza anche molti lavoratori portuali tra cui i camalli della Culmv e la Cgil per i quali il piano è negativo perché danneggia l’occupazione in banchina visto che viene tolto spazio al porto commerciale. «Non è ancora emerso cosa ne sarà dell’occupazione e in che modo se ne creerà di nuova», tuona il sindacato. Presente anche l’ex governatore ligure, Claudio Burlando. «Sono qui per dire no a questo progetto, le alternative ci sono ma evidentemente non si vogliono prendere in considerazione».
Nodi da sciogliere tra città e porto
Del rapporto tra porto e città si è parlato anche ieri mattina a Palazzo Tursi, ma la commissione convocata sulla Diga e il nuovo Piano regolatore portuale non ha portato le risposte attese dai comitati del Ponente, presenti con i loro rappresentanti. In particolare sul sito di costruzione dei cassoni e sugli sviluppi del porto di Pra’. «L’altra volta abbiamo portato 5 mila persone a Pra’, la prossima volta andremo a Palazzo San Giorgio. I cittadini non vogliono progetti calati dall’alto: vogliamo risposte sui cassoni, non sopporteremo un centimetro quadrato di porto in più», ha scandito di fronte ai rappresentanti della giunta e dell’Autorità portuale Roberto Di Somma, del coordinamento dei comitati (che oggi ha organizzato un dibattito pubblico sulla Diga al teatro Modena). Prima che potessero parlare i primi dei 46 soggetti “auditi” dalla commissione – monstre, però, maggioranza e opposizione hanno battagliato per un’ora sull’assenza del sindaco Marco Bucci. L’assessore al porto Francesco Maresca ha assicurato che i cittadini verranno coinvolti nella redazione del Piano regolatore portuale e anticipato alcune delle istanze che verranno portate dal Comune nella discussione: «Noi chiederemo di utilizzare a scopo produttivo quelle aree portuali oggi dismesse o poco utilizzate prima di realizzarne di nuove». Mentre per quanto riguarda eventuali allargamenti del porto di Pra’ ha ribadito i paletti del sindaco: «Niente nuovi riempimenti a ponente oltre il San Giuliano e a levante oltre il Castelluccio». Il direttore sviluppo dell’ Autorità portuale Marco Sanguineri nella sua relazione, ha lanciato una frecciata all’amministrazione: «è sbagliato dire che la città si riappropria di aree portuali per una passeggiata: il porto è parte della città, è dove lavorano 35 mila persone». Tra gli auditi anche i sindacati dei trasporti e del porto che hanno evidenziato le preoccupazioni sull’impatto che i cantieri del tunnel subportuale avranno sia in zona San Benigno che in zona Riparazioni navali: «Prima di diffondere cartine preoccupanti qualcuno viene a parlare coi lavoratori?».—