IL PIANO DI BRUXELLES PER AUMENTARE LA PRODUZIONE DI MUNIZIONI

Antonio Bravetti
roma
Cinquecento milioni di euro per aumentare la produzione di armi da destinare all’Ucraina e per rimpinguare le scorte di munizioni dei singoli Stati europei che vanno svuotandosi a un ritmo vertiginoso. Si chiama «Asap» (Act in support of ammunition production) il piano presentato ieri dalla Commissione europea. L’obiettivo è arrivare a una capacità produttiva di un milione di munizioni l’anno. Per concorrere alla spesa i ventisette «Paesi membri che lo desiderano – spiega il commissario per il Mercato unico Thierry Breton – potranno utilizzare parte dei fondi del Pnrr per le munizioni». Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra annunciano barricate e chiedono a Meloni di riferire in Parlamento: «È inaccettabile – dice Giuseppe Conte – non lo permetteremo mai. Quei fondi servono a far rialzare l’Italia, non a fare la guerra».
La proposta della Commissione Ue punta a rafforzare l’industria della difesa continentale per portarla in «modalità economia di guerra». E lo fa con un testo dal nome in codice, «Asap», che ne dice l’urgenza: ricalca l’acronimo inglese «as soon as possible», il prima possibile. La Commissione mette sul tavolo 500 milioni di euro: 260 dal fondo europeo per la difesa e 240 dal futuro strumento per gli appalti comuni, Edirpa, che dev’essere ancora approvato. A questi dovrebbe sommarsi un co-finanziamento da parte degli Stati di altri 500 milioni, per un totale di un miliardo. Questo miliardo si sommerà al miliardo stanziato dal fondo europeo per la pace per l’acquisto comune di armi da inviare all’Ucraina, che ieri ha ottenuto il via libera dagli ambasciatori Ue. Snellire le gare di appalto, favorire un acquisto comune europeo di munizioni: è il modello vaccini applicato alle armi. L’idea non piace alle opposizioni, che alzano un muro. Si dicono «allibiti» i Cinquestelle. Marco Grimaldi, parlando in aula alla Camera, chiede una «informativa urgente». A Palazzo Chigi il dossier non è ancora stato aperto. Eventualmente, andrà discusso con gli alleati, a partire dalla Lega, che più volte ha espresso perplessità sulla corsa agli armamenti. —