Silvia Andreetto
Pietra Ligure
«Al Pronto soccorso del Santa Corona, in due giorni, ho visto scene letteralmente da Terzo mondo con bambini lasciati su barelle, in attesa per 12-13 ore. Fra questi c’era un bimbo autistico. Mia mamma, ottantatreenne, disabile, con perdite ematiche, da lunedì alle 7 è su una barella. Non può mangiare prima perché era in attesa di una gastroscopia e adesso di una colonscopia. In un primo momento i medici ci hanno detto che l’avrebbero dimessa. Poi, alle 23, hanno cambiato idea e ci hanno riferito che l’avrebbero ricoverata per fare appunto, la colonscopia. Quando sono andata a casa, ormai quasi a mezzanotte, ho pianto».
È sconvolta ma, soprattutto, amareggiata e preoccupata per la mamma che, nell’87, era stata operata all’ospedale “Rizzoli”, a Bologna per un osteo-sarcoma, per cui ha una protesi al braccio sinistro. Ed è per questo che, pur chiedendo di mantenere l’anonimato, ha deciso di denunciare lo stato in cui versa il Pronto soccorso del Santa Corona e le lunghe attese a cui sono sottoposti i pazienti, al di là dell’età e delle patologie.
«Quando sono arrivata a casa, lunedì sera, sono crollata – ha aggiunto, la donna -. Mi hanno detto che mancano 23 posti letto e non sanno dove reperirli. Per cui i pazienti vengono lasciati per ore e ore sulle barelle. Una signora straniera, arrivata in Pronto soccorso lunedì sera, è uscita solo ieri mattina alle 9. Un’altra signora di Carrù, il cui marito ha avuto un incidente con il camion, è da lunedì al Pronto soccorso e ha dormito solo tre ore in auto. Oggi è ancora lì. È assurdo e inammissibile».
E aggiunge: «C’è una totale disorganizzazione. Solo due medici e un ortopedico in servizio, oltre a un medico generico».
Immediata la risposta dell’Asl: «I pazienti instabili vengono trattenuti in reparti di media-alta intensità prima di essere indirizzati in altri reparti per la loro sicurezza, anche se non hanno bisogno di essere allettati. Questo vale, in particolare, per il Santa Corona, dove, allontanarli dal Pronto soccorso significa mandarli in altri padiglioni. I bambini sono regolarmente gestiti nell’area a loro dedicata, separata, ma in continuità con il resto del reparto, su barelle a loro dedicate. L’attività del Pronto Soccorso, in questi giorni, è intensa ma, comunque, nella norma».
A proposito dell’organico di medici in servizio, a cui la signora fa riferimento e che, a fronte del numero di accessi, sembra inadeguato, l’Asl precisa: «I medici in servizio (tre oltre a un ortopedico di giorno, e di notte due, oltre a un ortopedico) sono quelli previsti per il Pronto soccorso di Pietra, così come per quello di Savona». E conclude: «Alla paziente in questione è stata effettuata, in tempi adeguati, una gastroscopia. Inoltre le è stata prescritta una colonscopia che, prevede nella fase di preparazione, di stare a digiuno e bere solo acqua. Infine è già stato previsto il ricovero al termine del periodo di osservazione».—