DOPO LE DIMISSIONI DI CARLO GHINI, ADESSO È LA VOLTA DI GERMANO PATRONE E FABIO DE FEO GLI SPECIALISTI SPESSO ERANO DI TURNO ANCHE A SAVONA. POSSIBILI RIPERCUSSIONI SULLE LISTE D’ATTESA
il caso
Luisa Barberis
Luca Rebagliati
È diaspora di oculisti dall’Asl e il Santa Maria di Misericordia resta con un solo specialista in servizio. Dopo le dimissioni di qualche mese fa da parte di Carlo Ghini, adesso è la volta di Germano Patrone e Fabio De Feo, che nei giorni scorsi hanno comunicato l’intenzione di lasciare l’attività ospedaliera. I due sono (come era Ghini) in servizio all’ospedale di Albenga, anche se ai medici veniva richiesto di effettuare anche turni notturni e reperibilità al San Paolo, ossia a Savona. Un pendolarismo che a quanto pare ha pesato non poco nella decisione di rassegnare le dimissioni, favorita certamente anche dal fatto che c’è gran fame di specialisti in oculistica, sia da parte di strutture pubbliche che per attività di tipo privatistico.
La cosa ha suscitato parecchie preoccupazioni a Ponente, anche perché la repentina diminuzione del numero dei medici in servizio potrebbe avere ripercussioni sull’attività del reparto e produrre un altrettanto repentino calo, ad esempio del numero di interventi di cataratta. A crescere, invece, rischiano di essere i tempi d’attesa, che già non sono brevissimi. Anzi…
«È vero che, in piena pandemia le liste di attesa d’elezione in Asl2 per gli interventi di cataratta avevano toccato i due anni di attesa – precisa in una nota l’azienda sanitaria -, ma con uno sforzo congiunto di tutta l’azienda tali liste sono riuscite a scendere a 10 mesi per Albenga (dove da più di un anno è operativo un ambulatorio chirurgico dedicato alle iniezioni intravitreali che ha permesso di liberare spazi per la chirurgia della cataratta) mentre a Savona dove comunque la lista d’attesa attualmente è ampiamente sotto i due anni, si è privilegiato l’incremento di altri interventi più urgenti e complessi come quelli di chirurgia vitreoretinica. E anche a Savona è prossimo l’allestimento di un ambulatorio chirurgico separato dal blocco operatorio. Con ciò non si vuole sminuire l’importanza del tema delle le liste di attesa, spesso percepito dai cittadini come un momento di disagio, peraltro presente su tutto il territorio nazionale per i ben noti motivi di sistema, la mancanza di medici prima di tutto».
In questo quadro forse si sarebbe potuto evitare il pendolarismo ai medici per cercare di non perderli, ma secondo l’Asl le dimissioni «non sembrano essere ascrivibili a difficoltà con l’orario visto che l’azienda già da inizio 2018 ha esonerato gli specialisti dalle guardie notturne per privilegiare la attività ambulatoriale (resta l’obbligo della reperibilità), quanto alla nota attrattività del privato». Per “rimpolpare” l’organico e fronteggiare l’emorragia di oculisti, l’Asl attingerà probabilmente dalle graduatorie del bando emanato lo scorso gennaio, oppure usufruire dell’opportunità offerta dal “Decreto Calabria” che consente di assumere anche medici di prossima specializzazione. —

