Carlo Bertini
Niccolò Carratelli
Roma
«Certo, è singolare che alla prima occasione credibile per mettere in mora la destra sul Pnrr, noi ci dividiamo sul termovalorizzatore di Roma», sbuffano i dem “tendenza-Schlein” in vista dello showdown di giovedì, quando il Pd alla Camera si troverà di fronte un ordine del giorno dei 5 stelle sul Pnrr appositamente redatto per metterli in difficoltà. Un testo così articolato: nelle premesse, «…considerato che a Roma il sindaco Gualtieri realizzerà…», nelle conclusioni si chiede un impegno al governo «ad adottare iniziative per promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti, senza la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento nel pieno rispetto dei principi e delle direttive Ue». E anche se Giuseppe Conte va dicendo che «bisogna smetterla di credere che tutte le nostre azioni siano pensate per mettere in difficoltà il Pd: le battaglie contro le armi e contro l’inceneritore di Roma, sono per noi importanti e le portiamo avanti a prescindere», il risultato è proprio mettere sotto scacco il Pd. Il fatto che Conte domani sarà in piazza del Campidoglio, con Legambiente e altre associazioni, contro la scelta di Gualtieri, la dice lunga.
E quindi non c’è da stupirsi che i dem siano ben poco contenti: la segretaria lo pensa ma non lo dice, altri si incaricano di dirla tutta. Invece di un attacco a falange delle opposizioni in Parlamento sui ritardi del Pnrr, «Conte decide ancora una volta di fare l’opposizione a noi invece che alla Meloni», lo sferza uno dei suoi detrattori in seno al Pd, l’ex presidente Matteo Orfini. Convinto come tutti i dem “tendenza Bonaccini”, ovvero l’attuale presidente, a ribadire il sì all’impianto, mentre l’ala ecologista che tiene le redini con la segretaria è più in difficoltà.
Imbarazzo, paura del passo falso, fastidio: dopo aver sempre detto di essere contraria, la nuova responsabile ambiente del Pd, Annalisa Corrado, infatti, reagisce alla domanda sul termovalorizzatore di Roma scartando di lato: «Preferisco parlarne dopo la Direzione e la riunione della segreteria». Quindi, non prima di venerdì. Idem se si sale ancora più in alto: «Bisogna fare riferimento all’ufficio stampa», replica la coordinatrice della segreteria, Marta Bonafoni, quando le si chiede se l’organismo che guida stia valutando che posizione tenere alla Camera sull’odg dei grillini. Ed è comprensibile, visto il loro dna di ambientaliste, così come è comprensibile che la segretaria Elly Schlein glissi, senza prendere posizione, su quello che i nuovi dem al potere ritengono sia un impianto di concezione arretrata, fuori linea rispetto ai parametri europei. Ma deciso per superare l’emergenza romana dal commissario ai rifiuti, nonché sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, uno dei big del partito.
Il quale ha pure i suoi problemi, tanto che pare stia valutando una tecnologia più moderna: per bruciare solo combustibile da rifiuti accrescendo il saldo fra energia consumata ed energia prodotta. In un impianto che il Pd considera comunque una transizione obbligata dall’emergenza capitolina: «Dove ci sono i termovalorizzatori, il ciclo dei rifiuti funziona meglio, la raccolta differenziata è più alta, l’economia circolare avanza e si produce anche più energia elettrica», dice Bonaccini.
Malgrado Sandro Ruotolo, il responsabile Informazione della segreteria Schlein, abbia chiesto un referendum cittadino, così come i Radicali, la segretaria tace e non vuole cadere nel tranello di Conte inseguendolo su un terreno scivoloso. Stretta come è tra due fuochi, perché «spiace che anche i Verdi-Sinistra facciano il gioco dei 5 stelle», sbuffa Orfini. Allineato all’ordine del giorno M5s, infatti, ce n’è un altro di Bonelli e Fratoianni. I quali, in una mozione in discussione alla Camera su siccità ed energia, chiedono al governo «di rivedere le autorizzazioni per gli impianti di incenerimento di rifiuti, a partire da Roma Capitale, che sono impianti energeticamente a saldo negativo e non coerenti con gli obiettivi dell’economia circolare». Quindi, le opposizioni sono in procinto di spaccarsi sull’ambiente e il Pd prova a divincolarsi: «Noi sul tema non parliamo – dicono dal Nazareno – stiamo lavorando per essere un’alternativa credibile alla destra». —