
Dire sì significa commissariare la giunta Gualtieri: alta tensione tra i dem
Wanda Marra
Elly Schlein non rivela la sua posizione sull’ordine del giorno presentato dai Cinque Stelle, che impegna il governo a dire no a nuovi termovalorizzatori, che Montecitorio voterà domani (o al più tardi giovedì). Con l’obiettivo dichiarato di fermare quello della Capitale. Ma dai piani alti del Nazareno trapela un certo fastidio rispetto a una mossa che appare strumentale, concepita solo per mettere in difficoltà il Pd.
La segretaria non ha intenzione di rompere il silenzio sul tema per una sollecitazione di Giuseppe Conte. Tanto più che il bersaglio per lei dovrebbe essere il decreto del governo sul Pnnr, a cui l’odg è agganciato. “Noi ci occupiamo di fare opposizione a Giorgia Meloni, non agli altri partiti di opposizione”, affonda Francesco Boccia, capogruppo in Senato. Oggi pomeriggio è prevista una riunione del gruppo a Montecitorio, ma il Pd difficilmente potrà dire di sì a un testo del genere. “Aspettiamo di leggerlo”, dice ancora Boccia. Mentre Chiara Braga, capogruppo alla Camera, sta avendo una serie di interlocuzioni sul tema. La materia, per i dem di Schlein, è incandescente. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, non ha alcuna intenzione di fermare il termovalorizzatore. I deputati romani (da Roberto Morassut a Michela Di Biase, da Marianna Madia a Matteo Orfini, da Claudio Mancini a Nicola Zingaretti) sono tutti a favore. Ma nella mozione congressuale di Elly Schlein si parlava chiaramente di “superare discariche e inceneritori”.
Mentre la responsabile Ambiente, Annalisa Corrado, appena nominata dalla segretaria, si è esplicitamente espressa in passato contro il termovalorizzatore della Capitale. Ma da quando si è insediata, sul tema non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Lo ha fatto Sandro Ruotolo, che però è stato stoppato dal Nazareno (“parla a titolo personale”). La stessa segretaria sul tema ha usato formule vaghe (“siamo contro gli inceneritori, ma valuteremo caso per caso con i territori”). Politicamente, però, la gestione è complessa. La formula a cui si lavora nel Pd è un no all’odg, motivato con il fatto che si tratta di una decisione già presa e qualsiasi voto diverso significherebbe commissariare la Giunta. Tra i dem la tensione è forte e un’altra decisione è sempre possibile. Magari in seguito a contatti di oggi tra Schlein e Conte. Certo che il clima non è dei migliori a un mese dalle Amministrative.
