CHIESTE MISURE EFFICACI PER FARE FRONTE AL SOVRANNUMERO DEI CINGHIALI
Luca Maragliano
DEGO
«Non permetteremo l’introduzione, sul nostro territorio, di ulteriori restrizioni che penalizzino i cittadini, il settore dell’outdoor e le aziende agricole». E’ questa la dura presa di posizione che arriva dal sindaco di Dego, Franco Siri, in merito all’emergenza per la diffusione della peste suina dei cinghiali.
A margine del Consiglio comunale di giovedì sera, durante il quale è stata approvata una specifica mozione sul tema, il primo cittadino del Comune valbormidese ha ribadito la necessità di interventi urgenti e risolutivi da parte degli enti superiori, ma respinto la possibilità di applicare ulteriori restrizioni sul territorio, dove ad oggi non sono ancora osservati casi di positività. «Dopo quattordici mesi di fatto sprecati è necessario fare qualcosa, come abbiamo ribadito anche alla Regione – spiega il sindaco -, ma non si può pensare di penalizzare ancora i territori: dopo i tre anni difficili segnati dalle restrizioni per il Covid, ad esempio, abbiamo molte manifestazioni legate all’outdoor pronte a tornare, che non vogliamo e non possiamo fermare, una su tutte la celebre Fiascolata. Non solo: è quantomeno contraddittorio che si continui a lavorare e finanziare progetti sulla sentieristica e di sostegno all’outdoor, come succede proprio in Val Bormida, mentre, dall’altra parte, non ci si attivi con misure urgenti per fermare il problema della peste suina, che ogni giorno fa registrare nuovi casi in sempre più comuni». Dego, per la parte del territorio comunale ad est della provinciale 29, è uno dei due comuni valbormidesi (l’altro è Giusvalla, dove si è registrata la prima positività su una carcassa) che sono stati inseriti nella zona «rossa» a maggior rischio per il contagio. «Per questo abbiamo approvato, anche nel nostro Consiglio comunale, la stessa mozione presentata dal Comune di Sassello – dice ancora Siri -, che chiede una serie di misure più efficaci e rapide al nuovo Commissario straordinario, per far fronte al sovrannumero dei cinghiali. La situazione è fuori controllo, e non saranno certo le poche azioni messe in campo sino ad oggi (tra cui la posa di reti in gran parte già danneggiate) a risolvere il problema». —

