ALBISOLA. IGNOTI SPACCANO I PIATTI DELLA SCUOLA COMUNALE DI CERAMICA MENTRE SI DISCUTE SULLE INSTALLAZIONI ALL’APERTO

il caso
giovanni vaccaro
ALBISOLA SUPERIORE
Il furto della statua “Ercole vecchio” di Sosabravo dal lungomare di Albisola rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ieri mattina i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo e stanno recuperando anche le immagini delle telecamere private della zona per capire come sia stato possibile prelevare una statua pesante 110 chili e fuggire senza lasciare traccia.
Nelle due Albisole si discute da tempo del potenziamento della rete di videosorveglianza e si ragiona sul dubbio se valga ancora la pena di tenere le opere d’arte esposte all’aperto, ma intanto i vandalismi continuano. Mentre partivano le indagini per scoprire chi e come abbia potuto addirittura rubare la scultura in bronzo dell’artista cubano, i vandali sono tornati in azione e hanno devastato i piatti blu, azzurri e bianchi, realizzati dalla Scuola comunale di ceramica, che erano installati all’angolo tra via Don Natale Leone e via Gavotti Giulia Ferrer. Senza rinunciare alla vocazione di opere ideate e realizzate dagli artisti proprio per essere visibili da tutti, esposte all’aperto, si potrebbe progettare l’utilizzo di sistemi per rendere almeno più difficili i raid dei vandali.
«Siamo di fronte a un grosso dilemma – commenta Barbara Checcucci, artista e restauratrice albisolese che spesso si è occupata di riparare danni al patrimonio pubblico -, certe opere nascono per essere collocate all’aperto, quindi chiuderle in un museo sarebbe un po’ come tradire la volontà dell’artista. Però si possono cercare soluzioni che almeno ostacolino vandali e ladri. Partiamo dal presupposto che la ceramica non è eterna ed è esposta anche all’azione di agenti atmosferici e inquinamento. Soprattutto in Liguria, dove l’azione del salino del mare è assai incisiva. Le amministrazioni dovrebbero studiare con i ceramisti l’impiego del grés per le nuove installazioni: è vero che non appartiene propriamente alla tradizione, ma resiste alle intemperie ed è adatto a un litorale marino».
Un esperimento è stato eseguito proprio con il restauro del Totem di Carlos Carlé: «E’ stato un test per valutare un nuovo composto per legare i colori, stiamo valutando come resiste all’azione del salino», spiega Checcucci. C’è poi il problema dei furti: ormai è chiaro che l’arte albisolese ha attirato l’attenzione del pubblico, ma anche dei ladri. In questo caso si possono adottare accorgimenti per ostacolare le incursioni, come posizionare le opere in un punto facilmente controllabile e installarle con perni resistenti o sistemi elettronici per rintracciarla. Federico Marzinot, critico e studioso della storia albisolese, è affranto: «Avevo curato la prima mostra in Italia di Sosabravo. Mi addolora quanto è accaduto e formulo auspici per il ritrovamento dell’opera, che spero torni a ricordare la persona e la sua arte ad Albisola». —