luisa barberis
cairo montenotte
La decisione passa al Tar. Non sarà il Capo dello Stato, bensì il Tribunale amministrativo ligure a decidere sul futuro dell’ospedale di Cairo. Così in Valbormida si riaccende la battaglia per potenziare i servizi del San Giuseppe. Per comprendere la vicenda occorre tornare alla primavera scorsa: insoddisfatti per le mancate risposte sulla rete di emergenza e dalla prospettiva che il loro ospedale venisse trasformato in un nosocomio di comunità con casa di comunità (anziché in un ospedale di area disagiata con pronto soccorso), il presidente del Comitato sanitario locale Giuliano Fasolato e gli allora consiglieri comunali Matteo Pennino, Silvano Nervi e Giorgia Ferrari (legale che ha curato l’atto con l’avvocato finalese Luca Morelli) avevano presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Un provvedimento contro la Regione e l’Asl per chiedere l’annullamento della delibera della giunta regionale 1057 dello scorso 19 novembre, con la quale il San Giuseppe viene trasformato appunto in un ospedale di comunità e privato della qualifica di presidio ospedaliero.
Ora quel ricorso è stato dichiarato improcedibile per trasposizione dinanzi al Tar. In sostanza vuol dire che la sentenza verrà pronunciata dai giudici liguri, anziché per decisione del Capo dello Stato. Il tema è vivo sul territorio, anzi la discussione si è riaccesa proprio sulla scia del nuovo piano socio sanitario regionale, che insiste nel trasformare il San Giuseppe in un ospedale di comunità. La Regione resta convinta di questa prospettiva e spiega: «Con questo pronunciamento si consolida quello che è il disegno regionale, un percorso ottimale nel costruire un’eccellenza sanitaria con l’obiettivo di rispondere ai bisogni della popolazione. Aspetti evidenziati anche nel nuovo piano socio sanitario regionale». Per i valbormidesi c’è bisogno di altro, pertanto Comitato e amministratori ribadiscono la richiesta del ricorso, affinché venga dato seguito a quanto scritto nell’attuale Piano socio sanitario della Regione (il documento varato dall’ex assessore Sonia Viale resta in vigore finché il piano presentato venerdì non avrà superato i vari step di approvazione) prevedeva la qualifica di ospedale di area disagiata, dotato di pronto soccorso.
«Quello che propone la Regione, a noi non basta – spiega Giorgia Ferrari, che oggi è capogruppo di Cairo in Comune e siede tra i banchi dell’opposizione con Nervi – Facendo opposizione al nostro ricorso, era stata proprio la Regione a chiedere che la decisione fosse assunta dal Tar. Siamo in attesa che venga fissata l’udienza. Dispiace che con questo iter si siano allungati i tempi: probabilmente il Capo dello Stato avrebbe già deciso, anche perché allora ministero della Salute si era mosso molto velocemente. Il problema è che più tempo passa e meno arrivano risposte». Altrettanto chiaro Fasolato: «Il ricorso presentato al Presidente della Repubblica non è stato affatto respinto, ma ancora pendente dinanzi al Tar. Soprattutto, per noi quelle richieste sono sempre valide e sempre attuali: chiediamo risposte».—

