CAIRO, LE RICHIESTE DI LAMBERTINI
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«Resta da sciogliere il nodo della notte. Chiederemo all’assessore Gratarola di valutare un’estensione dell’orario del Punto di primo intervento sulle 24 ore. Ciò a completamento di un percorso di crescita del nostro ospedale che sta andando avanti». Il sindaco Paolo Lambertini va dritto al punto: il problema da risolvere per Cairo e la Valbormida riguarda ancora la rete dell’emergenza. La bozza del piano sanitario conferma il Punto di primo intervento del San Giuseppe, ma, come già accade oggi, sancisce un’apertura soltanto h12, quindi durante il giorno. Il territorio non ci sta e continua a rivendicare un potenziamento dell’orario sulle 24 ore, in modo da avere un’assistenza anche notturna.
«Attendo di leggere il piano e di confrontarmi con l’assessore, che si è già impegnato a venire sul territorio – spiega Lambertini –. Quel che è emerso è quello che sapevamo, ma resta il nodo della notte e ne discuteremo. Oggi assistiamo a una crescita del nostro ospedale: sono stati riattivati vari servizi come la nuova riabilitazione e altri ancora arriveranno, a partire dall’ambulanza India che debutterà proprio in Valbormida in orario diurno. Anche il nuovo commissario dell’Asl sembra intenzionato a riaprire le sale operatorie ed esiste un percorso che va a implementare le risposte sul territorio. In questo quadro generale parleremo dell’orario del Ppi e continueremo a lavorare per potenziare l’offerta». Sulla necessità di estendere l’orario punta anche il Comitato sanitario locale, come spiega il presidente Giuliano Fasolato: «L’obiettivo è cercare di arrivare alle h24, perché le esperienze che abbiamo raccontano tutte che un Punto di primo intervento h12 non basta, serve anche la notte. La mancanza di assistenza nelle ore notturne è ciò che ci preoccupa». —
L. B.

ALBENGA, LA POSIZIONE DI TOMATIS
“Pronto soccorso per tutelare la salute dei nostri cittadini”
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È una bozza da rivedere, naturalmente con il ritorno del pronto soccorso (con tutti i reparti annessi) al posto del punto di primo intervento: così è stata accolta nell’albenganese la presentazione del nuovo piano sanitario regionale. «Il prossimo 11 aprile incontrerò il presidente Toti, l’assessore alla sanità Gratarola e i vertici Asl: in quella sede avremo modo di capire meglio cosa è previsto per Albenga, ed esporremo le esigenze del nostro comprensorio per dare risposte concrete e garantire il diritto alla salute dei cittadini» è il primo commento del sindaco Riccardo Tomatis, che confida che il piano (che al momento prevede il solo Ppi per l’ospedale di Albenga) possa essere emendato prima del voto definitivo in consiglio regionale, che ci sarà solo al termine di un percorso che prevede il placet ministeriale, oltre che i confronti con i soggetti interessati. «Siamo felici che si sia aperto il dialogo con la Regione sul tema sanità – prosegue il primo cittadino – Se questo è stato possibile è grazie all’impegno di tutto il territorio che ha rappresentato esigenze oggettive, supportate da dati e testimonianze, che esporrò nel dettaglio durante l’incontro dell’11 aprile».
«Martedì scorso è stato approvato all’unanimità un documento condiviso con tutti i Comuni del comprensorio con cui chiediamo che la Regione mantenga per l’ospedale Santa Maria di Misericordia la previsione di realizzare un reparto di Pronto Soccorso, e nell’attesa attivi quantomeno un Punto di Primo Intervento funzionante 24 ore al giorno, inserito nella rete dell’emergenza, con le stesse funzioni e le medesime modalità di accesso che aveva prima della sua chiusura causa Covid-19». Insomma, l’11 aprile ci sarà da discutere, e in quell’occasione a palazzo comunale ha annunciato la sua presenza anche il comitato #senzaprontosoccorsosimuore. —
L. REB.
