LA TESTIMONIANZA DELLA TORINESE MARIA LOMBARDO, 77 ANNI E UNA BRONCHITE CRONICA “SINO A CINQUE ANNI FA LA PRENOTAZIONE ERA AUTOMATICA, ORA TI VISITANO SOLO SE PAGHI “

IRENE FAMÀ
TORINO
«Ho una bronchite cronica ostruttiva e un tumore polmonare. La visita di controllo dal pneumologo? La prima disponibile è a giugno 2024. Speriamo di esserci ancora». La signora Maria Lombardo fa gli scongiuri. È una donna combattiva e piuttosto ironica. Ma questa vicenda la voglia di scherzare gliel’ha tolta. Quella visita per lei è più che importante, è essenziale. Eppure prima del giugno del prossimo anno non c’è posto. Se non hai soldi, certo. Perché se puoi permetterti uno specialista privato, allora tutto cambia. «Se avessi i soldi, potrei farmi visitare anche domani», dice la signora Maria. Con amara consapevolezza. E si chiede: «Ma come siamo ridotti?».
Settantasette anni, di Torino, da dieci è seguita dalla sanità pubblica per una bronchite cronica ostruttiva. Da dieci anni si presenta in lungo Dora Savona, all’Asl, per ottenere la visita di controllo. «E pensare che sino a cinque anni fa la prenotazione era di default. Automatica. Andavo lì, tanto mi conoscono tutti, e mi davano già la data per l’anno successivo. Me ne uscivo con il mio figlio, con sopra data e ora». Poi le procedure sono cambiate. «Adesso bisogna chiedere l’impegnativa al medico curante». Un piccolo disagio. Ma, come dice Maria Lombardo, «su questo posso soprassedere. Ma sul resto proprio no».
La visita di routine era prevista a giugno 2022. «Non sono potuta andare. Mi hanno diagnosticato un tumore al polmone e sono stata ricoverata al San Giovanni Bosco. Hanno dovuto operarmi». Va da sé, «non potevo di certo presentarmi dal medico. Mi sono preoccupata di curare ciò che mi sembrava più grave. Al resto, lì per lì, non ci ho più pensato. Poi ero in ospedale, ero monitorata». La signora Maria viene dimessa. Per combattere il tumore si rivolge all’Istituto di Candiolo, centro oncologico d’eccellenza. Ma i problemi respiratori ci sono ancora. E si fanno sempre più fastidiosi, più frequenti, più preoccupanti. «Non mi sentivo bene. Avevo e ho tutt’ora problemi a respirare. Ho chiesto chiarimenti all’oncologa, speravo potesse visitarmi lei. Invece mi ha spiegato che quel determinato tipo di problemi sono dovuti alla bronchite cronica. E mi ha consigliato di rivolgermi al pneumologo, come sempre».
Così Maria Lombardo prende appuntamento dal medico curante. Come al solito, si fa prescrivere la visita. È una trafila che purtroppo lei conosce bene. Venerdì 10 marzo si presenta in Lungo Dora Savona. Di mattina presto, per evitare code. «Per me, spostarmi non è una cosa semplice o da poco. Tra il tumore e la fatica a respirare, mi stanco molto. Basta nulla e le gambe non mi tengono. Però, faccio quello che devo per curarmi». Maria Lombardo è tenace, su questo non c’è alcuno dubbio. «Dovevo prenotare una visita pneumologica di controllo. Mi è stata offerta la prima disponibilità a giugno 2024», racconta. Senza nascondere la delusione: «Mi sono sentita inerme, umiliata e considerata una “cosa”, non una persona. Avessi i soldi, potessi pagare, avrei un monitoraggio tempestivo». Agli sportelli, prova a ottenere una data più vicina. «Le ho tentate tutte. Ad un certo punto ho anche chiesto alla mia interlocutrice di immaginare che fossi sua madre, una sua parente. Le ho chiesto cos’avrebbe fatto, come avrebbe agito. Non è servito a nulla. Non ho scalfito nessuno». La signora Maria Lombardo sarebbe stata anche disposta a raggiungere uno specialista fuori Torino. «Con fatica, questo sì. Perché ormai per me è tutto complesso. Ma l’avrei fatto. Cosa vuole che le dica?».
Nonostante la rabbia, non se la prende con tutti in maniera indistinta. «Non ce l’ho con il presidio di Lungo Dora Savona. Fanno il loro lavoro e se le regole sono quelle, non posso di certo fare eccezioni. Ogni volta. Vorrei che fosse chiaro. Però ce l’ho con la sanità pubblica. Avessi i soldi, non sarei qui a raccontare questa spiacevole situazione».
Maria deve badare a sé stessa. «Sono single, non mi sono mai sposata e non ho figli. Scelte che rivendico tutt’ora. Non mi sento sola, fortunatamente ho un bel giro di amiche che mi aiutano. E sono lucida. Insomma, sono fortunata», dice. «Ho un grande aiuto dal punto di vista psicologico, ma da quello pratico, ovviamente, devo fare da sola». —