LA DENUNCIA DEI SINDACATI: STIPENDI BASSI E TURNI PESANTI A CAUSA DELLE CARENZE DI ORGANICO. L’ASL REPLICA: NUMERI FISIOLOGICI

il caso
luisa barberis
savona
Fuga dalla sanità. Più di dieci lettere di dimissioni volontarie sono arrivate all’Asl solo nelle ultime due settimane: ci sono Oss e infermieri che migrano dal pubblico al privato o cambiano lavoro, medici che lasciano la corsia per la libera professione o si trasferiscono a Genova.
«Il nuovo problema della sanità savonese è un calo nella vocazione per le professioni sanitarie», denuncia la Cgil. Ma l’Asl ridimensiona l’allarme dei sindacati: «Il quadro è in linea con il passato ed è fisiologico». Tuttavia, il sindacato cita le delibere che l’azienda sanitaria è costretta a pubblicare sull’albo pretorio e parla di un problema esteso. «Ultimamente registriamo un preoccupante aumento di dimissioni volontarie di Oss e di infermieri – precisano Ennio Peluffo e Massimo Scaletta per la funzione pubblica Cgil – accade sia in Asl sia nelle strutture socio assistenziali del territorio. Le liste di attesa non si annullano facendo lavorare di più gli operatori sanitari e rivolgendosi ai privati, ma investendo sul Fondo sanitario nazionale e regionale».
Per l’Asl, invece, non è corretto parlare di incremento dei numeri: «Le dimissioni volontarie degli Oss sono state 5 nel 2021, 8 nel 2022, mentre per gli infermieri professionali sono state 29 e 35. Sono dati in linea con lo storico e fisiologici a fronte di quasi 600 occupati tra gli Oss e oltre 1.900 occupati come infermieri professionali. Sicuramente si tratta di professioni che, come tutte le altre figure sanitarie, richiedono impegno e sacrificio e per questo Asl tiene a ringraziare coloro che garantiscono continua assistenza ai cittadini con il loro lavoro».
L’emorragia però è iniziata da tempo: dopo la pubblicazione del maxi-concorso indetto da Alisa e Regione per assumere 274 Oss e 700 infermieri in Liguria (160 infermieri e 53 Oss destinati all’Asl savonese), nelle strutture private si erano moltiplicate le lettere di dimissioni da parte di professionisti che volevano essere assunti nel pubblico.
Ma lo scenario ora si ribalta e rischia di “mandare al tappeto” l’assistenza ospedaliera. «La situazione è grave, perché a parità di stipendio si preferisce lavorare in altri ambiti – continuano i sindacalisti -, probabilmente con meno fatica fisica e mentale e soprattutto a meno responsabilità. Gli stipendi sono bassi e andrebbero adeguati, ma ciò che oggi allontana i lavoratori dalle professioni sanitarie è paradOssalmente proprio la carenza di personale. Chi resta deve affrontare turni massacranti, prestazioni aggiuntive, reperibilità, ferie non fruite, anche aggressioni. L’unica piccola nota positiva è che finalmente la Regione ha deliberato il finanziamento dei corsi Oss: d’ora in poi saranno gratuiti». A inizio mese la Cgil aveva anche chiesto un incontro con il neo commissario dell’Asl: la convocazione potrebbe arrivare per il 27 marzo. «Questa azienda sanitaria ribadisce massimo rispetto del ruolo dei sindacati», chiude Asl. —