Emendamenti fotocopia al Dl che blocca la cessione dei crediti per riaprire i termini. Dal 20 inizia il voto e un accordo in maggioranza non c’è

Luca De Carolis e Giacomo Salvini

La convergenza tra diversi, anzi tra opposti, può mettere in difficoltà il governo. Addirittura “mandarlo sotto nei numeri” come ventilano e sicuramente sperano i Cinque Stelle, che fanno calcoli e compulsano emendamenti. Nel dettaglio quelli di Forza Italia sul superbonus, totem del Movimento e di Giuseppe Conte, che l’esecutivo vuole di fatto smantellare con l’apposito decreto dello scorso febbraio. Ma ora il testo deve passare per il Parlamento per la necessaria conversione in legge e i forzisti, proprio come i grillini, vogliono cambiarlo. “Gli emendamenti presentati da FI in commissione Finanze, alla Camera, sono analoghi ai nostri” notano dal M5S, con tanto di elenco: da quello di Francesco Maria Rubano, che prevede la proroga fino al giugno 2024 per gli interventi edilizi per cui sia stata presentata la Cila (comunicazione di lavori asseverata) entro il 25 novembre 2022, a quello di Erica Mazzetti, che ammette la cessione dei crediti fiscali dalle banche alle società partecipate dal ministero dell’Economia. Senza dimenticare che anche esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia hanno presentato proposte di modifica.
In particolare, da FdI vogliono concedere la cessione dei crediti e lo sconto “per misure antisismiche”. Correzione indispensabile anche per non mettere in grave difficoltà il commissario straordinario alla ricostruzione nelle zone terremotate Guido Castelli, big del partito di Giorgia Meloni. Ma a non lasciare tranquillo l’esecutivo ci sono sempre gli emendamenti di FI. Lo stesso partito che, con una mozione presentata settimane fa a prima firma di Mazzetti, ha provato a difendere il superbonus, e in particolare a impegnare il governo “ad adottare iniziative per sbloccare il mercato delle cessioni” dei crediti fiscali.
Un atto di indirizzo, senza valore vincolante per l’esecutivo. Eppure così problematico politicamente per la maggioranza, che la votazione in Aula è stata rinviata per evitare brutte sorprese. Ma ora il decreto è in commissione, dove si dovrebbe iniziare a votare attorno al 20. E i berlusconiani non intendono arretrare, almeno per ora. FI ritiene fondamentale innanzitutto risolvere il nodo dei crediti fiscali incagliati. Secondo Mazzetti, “vanno tutelati i molti cittadini che hanno fatto degli investimenti”. L’altra linea del Piave dei berlusconiani è la proroga dei bonus edilizi per le case popolari, le zone terremotate e quelle del Terzo Settore. “Per noi questi punti sono dirimenti – continua la forzista – ricevo ogni giorno decine di mail di cittadini e imprenditori che ci chiedono di intervenire”. Ufficialmente, Forza Italia giura di voler trovare una soluzione dentro la maggioranza.
Di fatto agita la convergenza con il M5S per mettere in difficoltà la premier e il ministro dell’Economia Giorgetti. “Dobbiamo agire senza sfasciare le casse dello Stato – conclude Mazzetti – ma se parte dell’opposizione converge sulle nostre idee, non siamo contenti”. Nell’attesa, ieri azzurri e Movimento si sono punti pubblicamente. Il 5Stelle Agostino Santillo ha accusato FI di incoerenza perché “è il governo a bloccare i crediti”. E i forzisti hanno risposto ricordando che il problema risale al governo Draghi e che ora va affrontato “con pragmatismo e senza ideologia”. Schermaglie. La certezza è che FI invoca un vertice di maggioranza.
Invece il M5S osserva il gioco, e intanto lavora per un’intesa il più larga possibile sugli emendamenti, innanzitutto con il Pd. “Stiamo convincendo i dem, ci possono essere i numeri per mandare sotto la maggioranza” è l’auspicio. In parallelo, il Movimento medita di insistere anche sul tema del rincaro dei mutui: una leva per mettere in imbarazzo l’esecutivo e per recuperare consensi nel ceto medio, imperativo di fronte al Pd che con Elly Schlein sta recuperando a sinistra. Così ecco il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri: “Il rialzo dei tassi di interesse sui mutui mette in ginocchio cittadini e imprese e sta facendo fare utili miliardari alle banche. Abbiamo chiesto al governo con un question time di intervenire su questi extraprofitti per dare respiro a chi è in difficoltà, ma niente. Per l’esecutivo Meloni esistono solo i colletti bianchi”.