GIAMPIERO STORTI IL PRESIDENTE DEL COMITATO: “DAL 2016 A OGGI SI SONO SUSSEGUITI SEI DIRETTORI-COMMISSARI”

IL colloquio
Mauro camoirano
Savona
San Paolo di Savona, «un ospedale da tutelare e da potenziare». A ribadirlo è il presidente del Comitato Amici del San Paolo, Giampiero Storti, che parte da una premessa: «Dal 2016 a oggi si sono susseguiti sei direttori-commissari: Neirotti, Porfido, Cavagnaro, Damonte Prioli e ora Orlando. Non si può non rimanere perplessi nel constatare che la seconda azienda sanitaria della Regione, che eroga servizi a oltre 270 mila residenti, con un bilancio di oltre 600 milioni di euro, e un personale, fra dipendenti e convenzionati, di quasi 5000 persone, non abbia certezze né continuità nella dirigenza. Come si può avere continuità di gestione, di programmazione, ma anche interlocutori, considerato il continuo balletto? Forse non è un caso che, mentre su altri ospedali si dibatte o si programma su come verrà trattato il San Paolo e i suoi utenti, nel nuovo piano sanitario regionale rimane a oggi cosa oscura».
Storti elenca quindi alcune delle eccellenze: «La rete delle Terapie oncologiche, e nello specifico la breast unit (centro senologico provinciale), coordinato da Marco Benasso, è un esempio di efficace risposta multidisciplinare al tumore al seno: oncologia medica, radioterapia, radiologia, laboratorio analisi, anatomia-patologica, chirurgia senologica ed e plastica, fisiatria, psicologia concorrono alla diagnosi e alla miglior cura per ogni singola paziente. La Radioterapia medica diretta da Caterina Siccardi, che recentemente si è fatta carico anche dei pazienti del San Martino. La Neurologia con il Centro ictus diretta da Cinzia Finocchi è fresca di un riconoscimento internazionale. Per non parlare del reparto delle malattie infettive, oggi diretto da Pasqualina Di Leo e prima da Marco Anselmo, a cui i savonesi devono riconoscenza». Così come la Cardiologia, diretta da Pietro Bellone: «Con la sua articolazione in terapia intensiva cardiologica, semintensiva, day hospital, day surgery, emodinamica interventistica, palestra di riabilitazione, sala elettrofisiologica cardiologica. Eccellenza italiana di interventi in ipnosi». Ma insieme alle luci anche le ombre: «Serve potenziare la diagnostica, basti pensare a Gastroenterologia, con liste di attesa impossibili o addirittura la necessità di rivolgersi altrove; o chiedersi come mai l’angiografo multidisciplinare, costato 850 mila euro, non è utilizzato al pieno delle sue potenzialità. E la Chirurgia per poter poi intervenire sul problema che la diagnostica ha rivelato. Ad esempio, la Chirurgia vascolare, con le emergenze che devono essere trasferite al Santa Corona. Si badi bene; non si parla di carenze di professionalità, ma di personale, che va dagli anestesisti all’Ambulatorio analisi, di strumentazione, di programmazione». Continua: «Servono scelte a livello regionale che si traducano in programmazione a livello di Asl. Serve più attenzione nel merito, mentre a volte pare che le risorse e le scelte strategiche siano dettate da altro».—