REPORTAGE
Niccolò Carratelli
inviato a firenze
La signora Vanna solleva un cartello rosso sopra le teste delle persone che affollano piazza della Santissima Annunziata. C’e scritto: «Il fascismo non è un’opinione è un reato». La testa del corteo di Firenze, organizzato dai sindacati in difesa della scuola e della Costituzione, è già lontana, mentre la coda fatica a uscire dalla piazza. Almeno 40mila partecipanti secondo la Cgil, il colpo d’occhio è notevole. «Io sono figlia di un comandante partigiano, si fidi se le dico che in certi episodi sento puzza di fascismo lontano un chilometro», avverte Vanna, che con i suoi 79 anni è tra le più anziane in una manifestazione animata dai giovani. In prima fila, a sfilare lungo via Colonna, ci sono proprio gli studenti del liceo “Michelangiolo”, che si trova a pochi metri di distanza: qui davanti c’è stata l’aggressione ai danni di alcuni ragazzi da parte di altri giovani aderenti all’organizzazione di destra Azione studentesca, legata a Fratelli d’Italia.
Gli studenti aspettano l’arrivo di Elly Schlein, molto applaudita, e la accolgono cantando “Bella ciao”. «Noi saremo in tutti i luoghi dove occorre contrastare le diseguaglianze sociali, quelle territoriali, di genere e generazionali – dice la neosegretaria del Partito democratico – e una piazza così piena vuol dire che c’è ancora vita e che quei metodi squadristi non passeranno». C’è chi cammina con appesa al collo una copia della Costituzione, chi ha preparato un cartello con scritto: «Valditara meriti di dimetterti». Sventolano le bandiere della Cgil, dell’Anpi, dell’Arci, oltre a quelle del Pd. In netta maggioranza rispetto a quelle del Movimento 5 stelle, rimaste arretrate nel corteo. Giuseppe Conte è accerchiato da giornalisti e telecamere, fatica a farsi largo tra la gente. Una signora lo insegue cercando di omaggiarlo con un mazzo di rose bianche: «È il migliore», assicura. Con il presidente M5s c’è una piccola delegazione di parlamentari e attivisti, c’è chi ha stampato apposite magliette con gli articoli della Costituzione. «Gli esponenti del governo hanno perso due volte – spiega Conte –. Prima perché non hanno condannato, in particolare Fdi, partito di riferimento dei responsabili dell’aggressione. E poi perché il ministro Valditara ha trovato il tempo per censurare la lettera ineccepibile della preside». La preside in questione è Annalisa Savino, dirigente del liceo “Leonardo da Vinci”, un po’il volto simbolo della manifestazione. Salutata e applaudita lungo il corteo quasi come Schlein, sorride e ringrazia, ma non vuole aggiungere nulla a quanto ha scritto nell’ormai famosa circolare. «Questa manifestazione è la conseguenza più bella nata da qualcosa che non era nelle mie intenzioni suscitare», è l’unica confidenza. Si aggiusta il cartello che porta al collo, uguale a quello che hanno i suoi docenti e studenti, con scritto «Io non sono indifferente». La sua lettera viene citata più volte dal palco di piazza Santa Croce dove sono già cominciati gli interventi di studenti, insegnanti, genitori, sindacalisti. Parla Maya, del collettivo del liceo Michelangiolo, e attacca Giorgia Meloni: «I comportamenti fascisti sono chiaramente protetti dall’attuale partito di governo». Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, va oltre e chiede a Meloni di «applicare la legge Scelba e sciogliere per decreto Casaggì», il centro sociale fiorentino di destra, di cui Azione studentesca è una costola. Intanto, il cordone di sicurezza della Cgil fa avanzare verso il palco Maurizio Landini, che arriva accompagnato proprio da Schlein e dal sindaco di Firenze, il “bonacciniano” Dario Nardella. «È la più bella risposta che si può dare a chi pensa e pratica atti squadristi e di violenza, a chi vuole tornare indietro. La democrazia va difesa e praticata», grida Landini. Dietro anche Peppe Provenzano, Nicola Zingaretti, Roberto Speranza e i nuovi volti del Pd targato Schlein, da Furfaro a Gribaudo. Presenti i Verdi di Angelo Bonelli e la Sinistra di Nicola Fratoianni. C’è anche una piccola delegazione di Italia Viva, guidata da Teresa Bellanova (assente Matteo Renzi), ma nessuno di Azione, a certificare la diversità di posizioni nel Terzo polo. In fondo si intravede lo striscione «Insorgiamo» dei lavoratori della Gkn, mentre Conte sbuca in piazza dalla parte opposta, svicolando dalle vie laterali. Sotto al palco, finalmente, c’è l’abbraccio con Schlein, benedetto da Landini: i tre scambiano poche parole e sorridono davanti ai fotografi, come a voler suggellare la (ri)nascita dell’opposizione, dentro e fuori il Parlamento, in nome dell’antifascismo. A poca distanza c’è Antonio, 20 anni, studente di Scienze politiche, travestito da Gramsci: «Odio gli indifferenti, sempre e comunque – dice – di fronte alla Costituzione non si può esserlo». —

