Negoziati. “Sull’Ucraina Berlusconi si esprime anche in base a rapporti personali. Io da premier avrei cercato dall’inizio la soluzione politica”

Luca De Carolis

La guerra in Ucraina ha appena compiuto il primo, tragico anniversario, e Giuseppe Conte sostiene che il nodo principale resta quello: “Da un anno si continua con una strategia solo militare che non ha portato a una via d’uscita, non potremo mai avere un vincitore o un vinto, a meno che non si arrivi alle armi nucleari: ma a quel punto finiremmo tutti distrutti…”. Intervistato ad Accordi e Disaccordi, in onda sul Nove, il leader dei Cinque Stelle parla soprattutto di guerra e pace. “Tra Draghi e Meloni non c’è alcuna differenza, il governo italiano esegue pedissequamente ciò che ordina Washington” accusa. “Ma se lei fosse stato ancora a Palazzo Chigi, cosa avrebbe fatto?” gli chiede Luca Sommi. L’ex premier replica: “Sicuramente mi sarei battuto dall’inizio per una soluzione politica. Poi magari non sarei riuscito a ottenerla: ma quel canale andava aperto”. Accanto a lui c’è Marco Travaglio, che presenta il suo libro Scemi di guerra (Paper First): “Siamo stati vicini a soluzioni negoziali, ma l’Occidente le ha sabotate perché c’era chi voleva prolungare la guerra, come ha spiegato recentemente l’ex premier israeliano Natfali Bennett”.
Conte scuotela testa: “Continuando così tra un po’ ci chiederanno di mandare le truppe”. Ma c’è anche altro. Come quel Silvio Berlusconi ufficiosamente dubbioso su un nuovo invio di armi e ufficialmente durissimo con Zelensky. Come va interpretato, chiede il Fatto a Conte a margine della trasmissione? Come un ex leader invidioso della Meloni premier, o come un uomo che parla in virtù del suo rapporto personale con Vladimir Putin? L’avvocato prende qualche attimo per riflettere. Poi risponde: “Sulle dichiarazioni di Berlusconi incidono sicuramente determinati rapporti personali. Ma credo anche che nella maggioranza si stia diffondendo in modo trasversale la consapevolezza che questa strategia militare non ha alcuna prospettiva, e non può portare ad alcuna vittoria. Tanto più che il tema dei costi del conflitto poi si porrà anche per la ricostruzione. Il tavolo è l’unica via d’uscita”. Oggi pomeriggio Conte sarà a Roma alla fiaccolata per la pace. “Ma i nostri parlamentari saranno alle varie iniziative che si svolgeranno in tutta Italia” precisa. E comunque durante l’intervista in tv si parla anche d’altro. Di Superbonus, per esempio: “Sulla misura Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti hanno mentito agli italiani, e si tratta di un precedente gravissimo. Non è vero che costa 2mila euro a cittadino, noi abbiamo calcolato tra gli 80 e i cento euro a persona per un provvedimento che ha dato un enorme ritorno in termini di Pil e efficientamento energetico. E anche sulle truffe la Guardia di finanza ha chiarito che rappresentano solo il 4-5 per cento dei falsi crediti per bonus edilizi”. Si torna anche sul caso degli esponenti di Fdi Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli. Secondo Travaglio, “raccontando della visita in carcere dei parlamentari del Pd all’anarchico Cospito e ai boss mafiosi Donzelli ha svelato il segreto di Pulcinella, la vicenda era già sui giornali”.
Ma il leaderdel M5S invoca di nuovo le dimissioni dei due: “Delmastro è sottosegretario alla Giustizia, non può passare informazioni riservate a un suo collega perché vengano usate contro le opposizioni: che garanzie abbiamo che non ne utilizzi altre per fini politici?”. Infine, Andrea Scanzi gli chiede delle primarie del Pd – “chi preferisce tra Bonaccini e Schlein?” – e del M5S: “Lei presidente sembra in forma, il suo Movimento un po’ meno: non è una gestione troppo personale?”. Conte dà una bottarella a Bonaccini: “Non raccolga le firme sul salario minimo, piuttosto raccolga i parlamentari dem per sostenere una misura che proponiamo da tempo”. Mentre sui 5Stelle assicura: “Io sono molto esposto, sono stato due volte premier, ma porto avanti i principi del Movimento. E poi i nostri eletti sono bravissimi, anche in tv”. Sipario.