SAVONA. I TIMORI DEGLI AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO: ABBIAMO CASI DI EDIFICI CON SPESE TRA I 600 MILA EURO E IL MILIONE
Silvia Campese
savona
Lo stop al Superbonus manda in crisi condòmini e amministratori anche nel Savonese. «La situazione è preoccupante, Il mio studio segue la situazione in diversi condomini a Savona e Albissola dove i lavori di rifacimento della facciata, attraverso il Superbonus, sono stati fatti solo al 30 per cento. Le banche non accettano più la cessione dei crediti e le imprese non sono disposte a procedere con i lavori senza i pagamenti. Se il governo non darà risposte diverse almeno per questi casi specifici, dovranno essere i condòmini a completare i pagamenti. In alcuni casi si tratta di cifre importanti, dai 600 mila al milione di euro». A parlare è Mauro Rizzotto, presidente di Anaci (associazione nazionale amministratori di condominio) provinciale, che sta gestendo, con i colleghi, una serie di casi legato allo stop del Superbonus. Il decreto del governo, che ha bloccato in modo definitivo la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, ha scatenato durissime reazioni.
«I condòmini avevano colto l’occasione del Superbonus con la tranquillità di non dover investire il proprio denaro. Ora, invece, rischiano di essere costretti a tirare fuori cifre importanti o a far fronte alle cause che verranno intentate dalle imprese in attesa dei pagamenti – dice Rizzoto -. Dobbiamo fare i conti anche con un altro tipo di problema: in tanti hanno ottenuto le autorizzazioni e sono pronte a partire con gli interventi. Per loro il governo non dà alcuna speranza: dovremo buttare via i progetti. Ma i cittadini dovranno ugualmente pagare gli studi dei periti e dei progettisti, ecessari per accedere al 110 per cento». Nel Savonese sono circa 600 i palazzi con la progettazione pronta, che dovranno rinunciare al restyling della facciata, mentre un centinaio ha già le impalcature montate. Grande, poi, la preoccupazione delle imprese e dei sindacati. «Il superbonus, nella provincia di Savona, tra il 2020 e il 2022, ha messo in moto 200 imprese per un totale di 1.263 operai – dice Andrea Tafaria, segretario regionale di Cisl Filca- Parliamo di una massa salariale di 16 milioni di euro per 1,4 milioni di ore lavorate. La decisione del Governo di cancellare, da un giorno all’altro, il bonus 110 per cento, rischia di lasciare a casa centinaia di lavoratori».—

