Buongiorno, sono uno studente universitario, residente in provincia di Brescia. Parlando con tanti coetanei e persone più anziane, mi sono accorto che la maggior parte di essi è convinta che le attese infinite per le visite mediche (gratuite) col Servizio pubblico, e di conseguenza la possibilità di accorciare i tempi pagando, sia colpa esclusiva dei medici “golosi” di soldi e non un problema generale, legato alla (pessima) gestione regionale della Sanità. Questa disinformazione spinge molti lombardi a votare ancora per il centrodestra, nonostante l’enorme danno al cittadino. Forse sarebbe utile un sondaggio per capire quante persone in Lombardia sappiano di chi sia la colpa per le attese e la malasanità.Matteo Agosti
Gentile Matteo, probabilmente ci sono anche medici “golosi” di soldi, ma il problema delle interminabili liste d’attesa per accedere alle prestazioni sanitarie è di ben altra natura e riguarda tutte le regioni, non solo la Lombardia. Proprio pochi giorni fa il Fatto ha dedicato un approfondimento a questo tema, mettendo in evidenza come la domanda si stia, giocoforza, spostando verso il privato: quindi, chi può paga. Nella sola Lombardia, nei primi sei mesi del 2022, le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono diminuite dell’11,12%. La pandemia ha scoperchiato ovunque le drammatiche condizioni del sistema sanitario pubblico (le cui competenze sono affidate alle Regioni), stretto nella morsa di una ormai cronica e gravissima carenza di personale medico e infermieristico. Negli ospedali mancano gli specialisti, a causa di anni di errori nella programmazione dei fabbisogni formativi commessi da Regioni, Università, ministero della Salute. E negli ultimi anni si assiste anche a una fuga dal pubblico, per le difficili condizioni di lavoro a cui sono sottoposti medici, infermieri, operatori sociosanitari. Basta pensare alla tragica situazione in cui versano i Pronto soccorso, dove mancano più di 4 mila specialisti in medicina di emergenza-urgenza. La Lombardia ha anche pagato il prezzo delle scelte politiche fatte in passato e sempre riconfermate, con una concezione della sanità centrata solo sugli ospedali che ha svuotato la medicina del territorio. I risultati sono questi: il modello lombardo non ha retto all’emergenza.Natascia Ronchetti