I NODI DELLA SANITÀ LIGURE LA SCHEDA
Guido Filippi
Quando ieri mattina verso le 9 lo ha chiamato il presidente Tori per chiedere la sua disponibilità a lasciare la Asl 2 savonese e guidare il San Martino, era appena arrivato a Roma per una riunione nazionale dei manager delle Asl. Marco Prioli non ci ha pensato un attimo. «Sono pronto». Ha preso fiato, ha telefonato alla moglie e si è commosso. Da inizio marzo prenderà il posto di Salvatore Giuffrida, scomparso improvvisamente due settimane fa. Era uno dei suoi migliori amici, si sentivano tutti i giorni per lavoro e nel fine settimana si vedevano per le uscite in barca o le regate su “Vega”: Giuffrida era lo skipper e Prioli il tattico di bordo.
Ora, dopo il gran rifiuto del manager Giuseppe Profiti, la Regione ha preferito non fare salti nel buio – i manager Centini e Lombardo – e ha puntato su un direttore in grado di garantire continuità. Non solo, è gradito all’interno dell’ospedale, anche dall’Università, a partire dal rettore Federico Delfino e del prorettore con delega alla Sanità, Giancarlo Icardi, ed è in ottimi rapporti con l’amministratore unico di Liguria Digitale Enrico Castanini.
Adesso, come prevedono le norme degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, manca il parere del ministro della Salute e poi Prioli potrà insediarsi al comando del colosso della sanità ligure.
«Siamo convinti – spiega Toti – che sia la persona più adatta; era nel gruppo di testa ma non volevamo scoprire la Asl 2. Proseguirà nel percorso molto positivo avviato da Giuffrida». «Farà bene anche al San Martino – sottolinea l’assessore Gratarola – è un professionista capace, moderato e capace di fare sintesi. L’impegno è gravoso e io sarò al suo fianco». Anche il rettore Delfino conosce bene Prioli: «Le sue qualità umane e manageriali sono una garanzia; ci consentiranno di proseguire sulla strada avviata per la scuola di Medicina».
Prioli è collegato in videochiamata, fermo a una stazione di servizio sulla A12, di rientro da Roma: «Sono onorato di essere stato scelto per proseguire il lavoro eccezionale avviato da Giuffrida – San Martino è un’eccellenza ma ci sono spazi per crescere sia in Liguria che in Italia. Voglio ringraziare tutto il personale della Asl 2 per questi due anni». Confermerà la squadra di vertice dell’ospedale: Gianni Orengo (ieri ha saltato la partita di calcetto del martedì) sarà il direttore sanitario e Fabrizio Figallo il direttore amministrativo.
Adesso la Regione deve risolvere un altro problema: trovare un successore di Prioli alla Asl 2 Savonese e Toti vuole decidere al più presto: «Ci prendiamo – dice – qualche giorno per decidere cosa fare. Nel frattempo riapriamo in anticipo la short list, per avere un elenco entro maggio e fare una scelta definitiva. Non c’è l’idea di una fusione tra Asl 1 e Asl 2: non ridurremo il numero delle aziende sanitarie liguri».
L’ipotesi più accreditata è che venga nominato commissario straordinario il direttore generale della Asl 1 Imperiese Luca Stucchi, che è arrivato a fine estate dalla Lombardia e ha diretto per nove anni l’ospedale di Mantova, affidandogli un doppio incarico. In passato si è proposta più volte l’ex direttrice della Asl 5 spezzina Daniela Troiano, ora direttrice amministrativa di Alisa, ma fuori dall’elenco ligure dei manager: ora potrebbe ricandidarsi, ma la soluzione non convince in Regione.
La nomina di Prioli è stata condivisa dalla maggioranza di centrodestra: il medico leghista savonese e presidente della commissione Salute Brunello Brunetto ha dato l’ok all’operazione, come Matteo Rosso, parlamentare di Fratelli d’Italia e numero uno del partito in Liguria che era stato piuttosto distaccato sulla scelta di Profiti: «Questa è una scelta che apprezzo molto – sottolinea Rosso – Prioli ha dimostrato negli anni di essere un direttore generale competente e sempre disponibile al dialogo con medici, amministrativi e sanitari».
Anche il direttore di Malattie Infettive del San Martino Matteo Bassetti parla di «un’ottima scelta: Giuffrida mi ha sempre parlato benissimo di Prioli. Credo sia la persona giusta per proseguire nel percorso intrapreso per riportare questo ospedale ai vertici nazionali, come è sempre stato nella tradizione». —

